CUCINARE CON LE “ERBACCE”: L’ORTICA

L’autunno è quasi una nuova primavera per le piante erbacee.
A settembre le temperature meno soffocanti e la nuova pioggia permettono infatti alle erbe di rinascere: quelle perenni metteranno molte foglie giovani, mentre nuove piantine nasceranno per quelle che hanno un ciclo annuale e durante l’estate si sono seccate.
Menta, melissa, tarassaco, silene, parietaria, piantaggine, malva, acetosa… questo è un periodo ideale per “andar per erbe”!
Basta scegliere una giornata di sole, munirsi di un cestino di vimini (meglio evitare i sacchetti, perché le erbe non respirano, si scaldano e di conseguenza si rovinano in fretta) e fare una passeggiata fuori città. Evitiamo di raccogliere ai lati delle strade, nelle zone inquinate; se non siamo assolutamente certi del riconoscimento di un’erba, non raccogliamola: accanto alle specie commestibili, infatti, ce ne sono anche molte tossiche o velenose.
Una volta tornati a casa, prepariamo le erbe e consumiamole subito: al contrario delle varietà coltivate, non sono state selezionate per durare giorni in frigorifero!

Tra le numerose varietà che la natura ci offre in questa stagione, oggi parliamo di un’erba che tutti conosciamo ma di cui forse non apprezziamo proprietà e utilizzi: l’ortica.

Il nome botanico – Urtica dioica – si riferisce al fatto che si tratta appunto di una pianta dioica, che presenta cioè esemplari maschili, che producono il polline, e femminili, che producono i semi. Al momento della fioritura è possibile distinguere le piante maschio dal quelle femmina perché le prime hanno fiori che formano spighe erette, mentre le seconde hanno spighe pendenti.
Il termine urtica deriva dal latino urere, cioè bruciare: la pianta infatti è interamente coperta di peli che, quando si rompono, rilasciano un fluido che causa bruciore e arrossamento.

L’ortica è diffusa in tutte le regioni d’Italia fino ai 1800 m di quota; l’habitat preferito sono i campi e i terreni incolti, umidi e ombrosi: la si trova infatti normalmente nelle radure boschive, lungo i corsi d’acqua e attorno a ruderi e mura.

Poco noto è il fatto che in passato (a partire addirittura dalla preistoria, e fino alla seconda guerra mondiale) i fusti dell’ortica erano diffusamente utilizzati per la produzione di fibre tessili per vestiti, carta e corde; le foglie invece venivano impiegate per tingere i tessuti. Viene inoltre utilizzata nella medicina tradizionale fin dall’antichità, e gli antichi le attribuivano numerose virtù: dal trattamento della stanchezza a quello dei reumatismi, dell’eczema, dell’asma, delle infezioni cutanee o dei dolori intestinali.

Proprietà nutrizionali: l’ortica contiene significative quantità di minerali (soprattutto ferro, potassio, calcio e manganese) e vitamine (soprattutto vitamina A e C, ma anche vitamina E e vitamina B1); l’apporto di proteine è elevato per una pianta erbacea; sono inoltre presenti grassi polinsaturi.

Cosa raccogliere: l’intera pianta se è giovane, altrimenti le cimette e le foglie tenere lungo il fusto. Meglio non raccogliere quando la pianta ha i fiori o i semi.

Utilizzo in cucina: anche se ormai poco utilizzata, è un ingrediente di moltissime ricette della tradizione. Le foglie sono utilizzate come contorno (tipo spinaci) o nelle zuppe, oppure come ripieno per ravioli e cannelloni, per lasagne, polpette, risotti, frittate e torte salate. Con le foglie, fresche o secche, si può preparare una tisana dalle proprietà diuretiche, depurative, antinfiammatorie e stimolanti. La cottura o l’ammollo in acqua per qualche ora distruggono i peli urticanti.

Per finire ti proponiamo una ricetta veloce e gustosa: il pesto di ortiche, da utilizzare come quello genovese al basilico. Prepararlo è facilissimo: basta sbollentare le ortiche con un filo d’acqua e frullarle insieme ad aglio, olio, pinoli o mandorle, parmigiano grattugiato (facoltativo) e una spruzzata di succo di limone.

Buona raccolta e buon appetito!!

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