D-MANNOSIO E LACTOBACILLUS CRISPATUS CNCM I-5095, LA SCELTA MIGLIORE CONTRO LA CISTITE RICORRENTE

L’associazione di D-mannosio e Lactobacillus crispatus è la migliore strategia naturale per la donna che soffre di cistite ricorrente. La sinergia tra D-mannosio e Lactobacillus crispatus garantisce infatti un’azione completa, in grado di disinnescare i meccanismi che alimentano le recidive di cistite nella donna, a livello non solo della vescica ma anche dell’intestino e dell’ambiente vaginale.

In questo articolo analizziamo nei dettagli in che modo D-mannosio e Lactobacillus crispatus contrastano la cistite ricorrente femminile e vediamo perché il ceppo specifico Lactobacillus crispatus CNCM I-5095 è il migliore Lactobacillus crispatus presente oggi in commercio.

La cistite ricorrente

La cistite è una patologia estremamente comune: oltre alla metà delle donne capita di soffrirne almeno una volta nella vita. In molti casi si tratta di episodi occasionali, che grazie a una adeguata terapia antibiotica si risolvono rapidamente e in maniera completa. Ma non sempre. Si stima infatti che, dopo un primo episodio di cistite, circa un quarto delle donne ne avranno un altro entro 6 mesi1; e dopo questo secondo episodio è ancora più probabile averne altri. In questi casi ci troviamo di fronte a un problema di cistite ricorrente.

Quando la cistite è ricorrente significa che si sono innescati alcuni meccanismi che predispongono a nuovi e sempre più frequenti episodi. Un vero e proprio circolo vizioso, in cui ad ogni infezione diventa sempre più facile sviluppare recidive. Questi meccanismi coinvolgono la vescica, ma anche l’intestino e l’ambiente vaginale. Vediamoli uno per uno.

Cistite ricorrente, il ruolo dell’intestino

Il primo meccanismo che alimenta le cistiti ricorrenti è l’alterazione del microbiota intestinale.

L’intestino è il serbatoio da cui originano i batteri responsabili della cistite (uropatogeni), primo fra tutti Escherichia coli. Studi scientifici hanno osservato che maggiore è l’abbondanza di uropatogeni a livello intestinale e maggiore è il rischio di sviluppare cistite2, e il ceppo responsabile dell’infezione è il medesimo che in quel momento risulta dominante e/o maggiormente virulento a livello intestinale3,4.

Attenzione: Escherichia coli e gli altri uropatogeni sono normali componenti del microbiota intestinale. Ma, in condizioni normali, costituiscono solo una piccola frazione delle circa 1.000 specie di batteri che popolano l’intestino di ognuno di noi5, in quanto altri e più abbondanti componenti del microbiota li tengono sotto controllo. Quando assumiamo antibiotici l’equilibrio del microbiota viene alterato, le specie benefiche si riducono, e gli uropatogeni possono proliferare, col risultato che arriveranno con più probabilità a colonizzare la vescica6.

Ecco quindi il paradosso: proprio gli antibiotici che utilizziamo per trattare un episodio di cistite aumentano di fatto il rischio di recidive!

Cistite ricorrente, il ruolo della vescica

Il secondo meccanismo che alimenta le cistiti ricorrenti è l’infiltrazione batterica all’interno delle cellule della vescica.

La cistite inizia nel momento in cui i batteri uropatogeni aderiscono alla vescica e il sistema immunitario scatena una risposta infiammatoria nel tentativo di eliminarli. Nei primi anni 2000 gli scienziati hanno scoperto che Escherichia coli (responsabile di circa l’85% dei casi di cistite) non si limita a aderire alle cellule della vescica, bensì riesce a penetrare al loro interno e a restarvi in forma dormiente anche per mesi, al riparo sia dagli antibiotici che dalle difese immunitarie. L’episodio acuto di cistite è risolto, le urine sono libere da batteri, ma nel tessuto vescicale possono persistere queste piccole colonie batteriche che sono state denominate serbatoi intracellulari quiescenti7.

Alla fine, durante il normale turnover dell’epitelio vescicale, le cellule infettate si staccano e vengono eliminate con l’urina; ma prima che questo accada i serbatoi quiescenti possono riattivarsi e dare il via a una nuova infezione8. Questo spiega in modo molto convincente l’osservazione che spesso le recidive di cistite sono causate da un batterio identico a quello che ha causato la prima infezione9.

D-mannosio e lactobacillus crispatus scelta migliore cistite 1

Cistite ricorrente, il ruolo dell’ambiente vaginale

Il terzo meccanismo che alimenta le cistiti ricorrenti è l’alterazione del microbiota vaginale.

Nel loro cammino dall’intestino alla vescica i batteri uropatogeni devono attraversare il perineo e l’introito vaginale e risalire l’uretra. La colonizzazione vaginale rappresenta una tappa fondamentale di questo viaggio, come dimostrato dal fatto che spesso le donne che soffrono di infezioni urinarie ricorrenti ospitano elevate concentrazioni di E. coli in vagina (anche tra un episodio e l’altro)10,11, e che la maggior parte delle cistiti sono precedute da una persistente presenza di uropatogeni a livello vaginale10. Di recente inoltre è stato osservato che, in modo simile a quanto accade in vescica, E. coli può penetrare all’interno delle cellule dell’epitelio vaginale, stabilendo così anche in vagina un serbatoio protetto che può potenzialmente alimentare le cistiti ricorrenti12.

La colonizzazione vaginale da parte di E. coli, a sua volta, è favorita dalle alterazioni del microbiota vaginale: in particolare dalla scarsità dei benefici lattobacilli13 (tra cui, come vedremo, Lactobacillus crispatus è il migliore), i quali regolano la proliferazione degli altri batteri appartenenti al microbiota e si oppongono alla colonizzazione da parte di specie estranee, costituendo un importante baluardo contro le infezioni urinarie. E purtroppo gli antibiotici utilizzati per curare la cistite possono eliminare anche i lattobacilli vaginali14, privando la vagina della sua principale difesa.

Un altro fattore che favorisce lo sviluppo delle infezioni urinarie è la presenza di vaginosi batterica15, una condizione in cui componenti del microbiota normalmente minoritari, come Gardnerella, prendono il sopravvento, soppiantando i lattobacilli. Gardnerella è collegata alle cistiti in un modo molto singolare. Un importante studio16 ha osservato che il suo passaggio in vescica è in grado di riattivare i serbatoi quiescenti di E. coli formatisi a seguito di una precedente infezione urinaria, scatenando così una recidiva. Ecco dunque un ulteriore meccanismo che collega un microbiota vaginale alterato al rischio di cistite.

Utilità del D-mannosio contro la cistite ricorrente

Il D-mannosio è uno zucchero naturale con una struttura molto simile al glucosio, ma con funzioni del tutto differenti. Il nostro corpo ne necessita piccole quantità (che possono essere anche sintetizzate endogenamente) che utilizza non per produrre energia bensì come materia prima per fabbricare glicoproteine17. Quello assunto in eccesso viene per la massima parte eliminato tal quale nelle urine18. Ed è proprio nelle urine che il D-mannosio esercita la sua azione contro la cistite.

Facciamo un passo indietro. Tra le glicoproteine a cui abbiamo accennato ci sono le uroplachine, che ricoprono l’epitelio della vescica. È proprio ad esse che E. coli si attacca, grazie alle sue “zampette” (chiamate adesine FimH) che si legano al D-mannosio di cui le uroplachine sono ricche19. Ma se nell’urina è presente una sufficiente concentrazione di D-mannosio sarà questo ad attaccarsi alle adesine FimH, impedendo l’adesione di E. coli alla vescica e quindi l’infezione20. Il batterio a questo punto è diventato innocuo e verrà semplicemente eliminato insieme all’urina.

Lo stesso accade, oltre che con E. coli, con altri uropatogeni dotati di adesine FimH: tra questi Klebsiella pneumoniae, Serratia marcescens e Enterobacter cloacae21.

Un aspetto particolarmente interessante è che il D-mannosio può esercitare questa medesima azione anche a livello intestinale, riducendo il serbatoio di uropatogeni e con esso il rischio di cistiti recidive22,23.

Grazie al suo peculiare meccanismo d’azione, poi, il D-mannosio presenta due importanti vantaggi rispetto agli antibiotici:

  • è altamente selettivo: non elimina i batteri benefici, perché questi non possiedono adesine in grado di legarsi al D-mannosio, e quindi non altera il microbiota22,23

  • poiché non li uccide né li danneggia in alcun modo, è virtualmente impossibile che i batteri sviluppino resistenza contro il D-mannosio24. Anzi, evitando le recidive e quindi l’utilizzo di nuovi antibiotici, contribuisce ad eliminare l’antibiotico-resistenza: un punto fondamentale, viste le proporzioni drammatiche assunte da questo fenomeno.

È importante sapere che il D-mannosio viene eliminato dal corpo piuttosto rapidamente, e quindi per assicurare la sua costante presenza nelle urine è indispensabile assumerlo più volte al giorno25: secondo la nostra esperienza, se si utilizza in prevenzione, il dosaggio ideale è di due-tre volte al giorno.

d-mannosio lactobacillus crispatus scelta migliore cistite 2

Perché aggiungere Lactobacillus crispatus?

Il D-mannosio è senza dubbio il migliore rimedio naturale contro la cistite. Diversi studi clinici ne hanno dimostrato l’efficacia per prevenire le cistiti ricorrenti26,27,28,29,30,31,32, ma anche per il trattamento della cistite acuta33,34. Ormai da anni viene citato come presidio non antibiotico nelle linee guida delle principali società urologiche del mondo35,36. E in una recente meta-analisi, prendendo in considerazione tutte le evidenze scientifiche disponibili, gli autori arrivano alla conclusione che assumere D-mannosio riduce il rischio di cistite in media del 77%, con variazioni tra l’86 e il 63%, e commentano testualmente che “rispetto al placebo, il D-mannosio appare protettivo nei confronti delle infezioni urinarie ricorrenti, ha probabilmente la stessa efficacia della profilassi antibiotica, ed è ben tollerato, con effetti avversi minimi”37.

Se da solo il D-mannosio è già così efficace, aggiungere Lactobacillus crispatus lo rende ancora migliore. Perché?

Ritorniamo un attimo ai meccanismi che favoriscono la cistite ricorrente di cui abbiamo parlato all’inizio. Il D-mannosio contribuisce a ridurre il serbatoio intestinale di uropatogeni (primo meccanismo). Se assunto per un tempo sufficiente assiste anche nell’eliminazione dei serbatoi intracellulari quiescenti (secondo meccanismo): evita infatti recidive – e quindi la formazione di nuovi serbatoi – per tutto il tempo necessario affinché la mucosa vescicale si rinnovi completamente e gli eventuali batteri intracellulari vengano eliminati in modo naturale. Ma non ha nessuna azione a livello vaginale, quindi non fa niente contro il terzo meccanismo. È qui che entra in gioco Lactobacillus crispatus.

Lactobacillus crispatus è uno dei batteri più comunemente riscontrati a livello vaginale, e una delle poche specie di lattobacilli (insieme a Lactobacillus gasseri, L. iners e L. jensenii) che può dominare il microbiota vaginale, arrivando a costituirne anche più del 90%. È, questa, la situazione migliore per la donna, perché il microbiota dominato da Lactobacillus crispatus è sempre associato a un ambiente vaginale sano. Questo lattobacillo infatti38,39:

  • crea in vagina un pH molto acido (minore di 4)
  • si oppone alla proliferazione di altri batteri, sia che facciano parte del microbiota sia che provengano dall’esterno, mantenendo stabile la flora vaginale e prevenendo disbiosi e infezioni
  • mantiene basso il livello di infiammazione dell’ambiente vaginale.

Numerosi studi hanno dimostrato che, tra tutti i lattobacilli, Lactobacillus crispatus è il migliore per la salute femminile. Infatti un microbiota dominato da Lactobacillus crispatus protegge la donna da problematiche legate allo squilibrio del microbiota vaginale, come la vaginosi batterica40 (con le complicanze ad essa associate, tra cui un maggior rischio di contrarre malattie a trasmissione sessuale) e la candidosi vulvovaginale41. Ma anche da disturbi che a prima vista non hanno nulla a che vedere con i batteri: vulvodinia42,43,44, vaginite atrofica45, cistite interstiziale46, vescica iperattiva e incontinenza da urgenza47,48,49. In caso di infezione da HPV, Lactobacillus crispatus accelera l’eliminazione del virus dall’organismo50 e potrebbe addirittura riconoscere ed eliminare eventuali cellule tumorali sviluppatesi su stimolo del Papillomavirus51. Molti studi condotti in diverse parti del mondo mostrano che le gestanti con un microbiota dominato da Lactobacillus crispatus hanno un rischio inferiore di parto prematuro52,53,54,55,56,57,58 e di complicanze legate a un’eventuale rottura prematura delle membrane59,60.

Venendo ora alle infezioni urinarie, sono parecchi gli studi che documentano la capacità di Lactobacillus crispatus di contrastare Escherichia coli, ma anche altri uropatogeni come Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa, Proteus mirabilis, Serratia marcescens, Enterococcus faecalis61,62,63, in modo migliore rispetto ad altri lattobacilli vaginali64,65, presumibilmente attraverso meccanismi collegati alla produzione di acido lattico, acqua ossigenata, specifici composti dall’azione antibiotica (batteriocine) e competendo per l’adesione alle cellule vaginali66. Lactobacillus crispatus è dunque il migliore candidato per essere utilizzato come probiotico con l’obiettivo di prevenire/ridurre la colonizzazione vaginale da parte degli uropatogeni e dunque la cistite ricorrente nella donna.

Non solo. Di recente è stato scoperto un nuovo ed estremamente interessante meccanismo attraverso cui Lactobacillus crispatus protegge dalle infezioni urinarie. In vescica, questo lattobacillo stimola le cellule epiteliali a produrre Interferone γ, grazie al quale le cellule stesse uccidono eventuali batteri che le infettano. In questo modo Lactobacillus crispatus aiuta la vescica a sbarazzarsi dei serbatoi batterici intracellulari che si formano durante le infezioni urinarie67 (secondo meccanismo che alimenta le cistiti ricorrenti). Questo è un risultato straordinariamente importante, considerando l’elevata resistenza dei batteri intracellulari sia ai farmaci che alle difese immunitarie dell’organismo.

Partendo da questi dati, due studi clinici hanno testato l’efficacia di probiotici a base di Lactobacillus crispatus per prevenire le cistiti ricorrenti femminili. Nel primo68, dopo 10 settimane di trattamento, tra le donne che hanno utilizzato Lactobacillus crispatus il tasso medio di recidive è quasi la metà rispetto a quelle che hanno assunto un placebo: 15% contro 27%.

Nel secondo studio69, in cui Lactobacillus crispatus viene somministrato per un anno, l’86% delle donne ha una riduzione degli episodi di cistite, e – risultato particolarmente interessante – nella maggior parte dei casi questo effetto positivo persiste per almeno un anno dopo la fine della somministrazione.

D-mannosio lactobacillus crispatus scelta migliore cistite 3

Il migliore Lactobacillus crispatus

Per i suoi integratori, NutraLabs ha scelto il migliore Lactobacillus crispatus in commercio: il ceppo CNCM I-5095.

Studi scientifici70 hanno dimostrato che Lactobacillus crispatus CNCM I-5095:

  • Sopravvive a temperatura ambiente, quindi non necessita di refrigerazione per restare vivo e vitale. Si tratta di una caratteristica importante, perché è facile che in qualche punto del processo di distribuzione dei probiotici la catena del freddo si rompa.
  • Colonizza la vagina già dopo soli 7 giorni di assunzione orale. Fattore fondamentale perché l’azione benefica di Lactobacillus crispatus CNCM I-5095 dipende dalla sua capacità di arrivare in vagina (da cui poi potrà raggiungere anche la vescica).

UROGYN CRISPATUS è l’unico integratore con D-mannosio e Lactobacillus crispatus CNCM I-5095 : il miglior rimedio naturale per contrastare la cistite nella donna.

  • Tutte le donne che soffrono di cistite ricorrente possono trarre beneficio dall’assunzione di UROGYN CRISPATUS.
  • È inoltre particolarmente indicato per prevenire la cistite post-coitale, poiché la presenza di Lactobacillus crispatus CNCM I-5095  contribuisce a ristabilire l’eubiosi vaginale che l’attività sessuale può alterare.
  • Può essere utilizzato anche (esclusivamente se in accordo con il proprio medico) per contrastare un’infezione in corso.

Fonti scientifiche

1: Aggarwal, N., Leslie, S., & Lotfollahzadeh, S. (2024). Recurrent urinary tract infections. StatPearls. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK557479

2: Magruder, M., Sholi, A. N., Gong, C., Zhang, L., Edusei, E., Huang, J., … & Lee, J. R. (2019). Gut uropathogen abundance is a risk factor for development of bacteriuria and urinary tract infection. Nature communications10(1), 5521.
https://doi.org/10.1038/s41467-019-13467-w

3: Moreno, E., Andreu, A., Pigrau, C., Kuskowski, M. A., Johnson, J. R., & Prats, G. (2008). Relationship between Escherichia coli strains causing acute cystitis in women and the fecal E. coli population of the host. Journal of clinical microbiology46(8), 2529-2534. https://doi.org/10.1128/jcm.00813-08

4: Chen, S. L., Wu, M., Henderson, J. P., Hooton, T. M., Hibbing, M. E., Hultgren, S. J., & Gordon, J. I. (2013). Genomic diversity and fitness of E. coli strains recovered from the intestinal and urinary tracts of women with recurrent urinary tract infection. Science translational medicine5(184), 184ra60-184ra60. https://doi.org/10.1126/scitranslmed.3005497

5: Piquer-Esteban, S., Ruiz-Ruiz, S., Arnau, V., Diaz, W., & Moya, A. (2022). Exploring the universal healthy human gut microbiota around the World. Computational and structural biotechnology journal20, 421-433. https://doi.org/10.1016/j.csbj.2021.12.035

6: Magruder, M., Edusei, E., Zhang, L., Albakry, S., Satlin, M. J., Westblade, L. F., … & Lee, J. R. (2020). Gut commensal microbiota and decreased risk for Enterobacteriaceae bacteriuria and urinary tract infection. Gut microbes12(1), 1805281. https://doi.org/10.1080/19490976.2020.1805281

7: Mysorekar, I. U., & Hultgren, S. J. (2006). Mechanisms of uropathogenic Escherichia coli persistence and eradication from the urinary tract. Proceedings of the National Academy of Sciences103(38), 14170-14175. https://doi.org/10.1073/pnas.0602136103

8: Schilling, J. D., & Hultgren, S. J. (2002). Recent advances into the pathogenesis of recurrent urinary tract infections: the bladder as a reservoir for uropathogenic Escherichia coli. International journal of antimicrobial agents19(6), 457-460. https://doi.org/10.1016/S0924-8579(02)00098-5

9: Silverman, J. A., Schreiber, H. L., Hooton, T. M., & Hultgren, S. J. (2013). From physiology to pharmacy: developments in the pathogenesis and treatment of recurrent urinary tract infections. Current urology reports14, 448-456. https://doi.org/10.1007/s11934-013-0354-5

10: Pfau, A., & Sacks, T. (1981). The bacterial flora of the vaginal vestibule, urethra and vagina in premenopausal women with recurrent urinary tract infections. The Journal of Urology, 126(5), 630-634. https://doi.org/10.1016/S0022-5347(17)54661-3

11: Navas-Nacher EL, Dardick F, Venegas MF, et al. Relatedness of Escherichia coli colonizing women longitudinally. Mol Urol 2001; 5:31–6. https://doi.org/10.1089/109153601750124285

12: Brannon, J. R., Dunigan, T. L., Beebout, C. J., Ross, T., Wiebe, M. A., Reynolds, W. S., & Hadjifrangiskou, M. (2020). Invasion of vaginal epithelial cells by uropathogenic Escherichia coli. Nature communications11(1), 2803. https://doi.org/10.1038/s41467-020-16627-5

13: Gupta, K., Stapleton, A. E., Hooton, T. M., Roberts, P. L., Fennell, C. L., & Stamm, W. E. (1998). Inverse association of H2O2-producing lactobacilli and vaginal Escherichia coli colonization in women with recurrent urinary tract infections. Journal of infectious diseases, 178(2), 446-450. https://doi.org/10.1086/515635

14: Singhal, L., Gupta, V., Gupta, M., Goel, P., & Chander, J. (2020). Identification and Sensitivity of Vaginal and Probiotic Lactobacillus species to Urinary Antibiotics. Journal of Laboratory Physicians12(02), 111-114. https://doi.org/10.1055/s-0040-1716604

15: Sumati, A. H., & Saritha, N. K. (2009). Association of urinary tract infection in women with bacterial vaginosis. Journal of global infectious diseases1(2), 151-152. https://doi.org/10.4103/0974-777X.56254

16: Gilbert, N. M., O’Brien, V. P., & Lewis, A. L. (2017). Transient microbiota exposures activate dormant Escherichia coli infection in the bladder and drive severe outcomes of recurrent disease. PLoS pathogens13(3), e1006238. https://doi.org/10.1371/journal.ppat.1006238

17: Alton, G., Hasilik, M., Niehues, R., Panneerselvam, K., Etchison, J. R., Fana, F., & Freeze, H. H. (1998). Direct utilization of mannose for mammalian glycoprotein biosynthesis. Glycobiology8(3), 285-295. https://doi.org/10.1093/glycob/8.3.285

18: Scaglione, F., Musazzi, U. M., & Minghetti, P. (2021). Considerations on D-mannose mechanism of action and consequent classification of marketed healthcare products. Frontiers in Pharmacology12, 636377. https://doi.org/10.3389/fphar.2021.636377

19: Zhou, G., Mo, W. J., Sebbel, P., Min, G., Neubert, T. A., Glockshuber, R., … & Kong, X. P. (2001). Uroplakin Ia is the urothelial receptor for uropathogenic Escherichia coli: evidence from in vitro FimH binding. Journal of cell science114(22), 4095-4103. https://doi.org/10.1242/jcs.114.22.4095

20: Wellens, A., Garofalo, C., Nguyen, H., Van Gerven, N., Slättegård, R., Hernalsteens, J. P., … & Bouckaert, J. (2008). Intervening with urinary tract infections using anti-adhesives based on the crystal structure of the FimH–oligomannose-3 complex. PLoS one, 3(4), e2040. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0002040

21: Marcon, J., Schubert, S., Stief, C. G., & Magistro, G. (2019). In vitro efficacy of phytotherapeutics suggested for prevention and therapy of urinary tract infections. Infection47, 937-944. https://doi.org/10.1007/s15010-019-01315-4

22: Spaulding, C. N., Klein, R. D., Ruer, S., Kau, A. L., Schreiber, H. L., Cusumano, Z. T., … & Hultgren, S. J. (2017). Selective depletion of uropathogenic E. coli from the gut by a FimH antagonist. Nature546(7659), 528-532. https://doi.org/10.1038/nature22972

23: Spaulding, C. N., Klein, R. D., Schreiber IV, H. L., Janetka, J. W., & Hultgren, S. J. (2018). Precision antimicrobial therapeutics: the path of least resistance?. NPJ biofilms and microbiomes4(1), 4. https://doi.org/10.1038/s41522-018-0048-3

24: Scribano, D., Sarshar, M., Prezioso, C., Lucarelli, M., Angeloni, A., Zagaglia, C., … & Ambrosi, C. (2020). D-Mannose treatment neither affects uropathogenic Escherichia coli properties nor induces stable fimh modifications. Molecules25(2), 316. https://doi.org/10.3390/molecules25020316

25: Pani, A., Valeria, L., Dugnani, S., Senatore, M., & Scaglione, F. (2022). Pharmacodynamics of D-mannose in the prevention of recurrent urinary infections. Journal of Chemotherapy, 1-6. https://doi.org/10.1080/1120009X.2022.2061184

26: Kranjčec, B., Papeš, D., & Altarac, S. (2014). D-mannose powder for prophylaxis of recurrent urinary tract infections in women: a randomized clinical trial. World journal of urology32, 79-84. https://doi.org/10.1007/s00345-013-1091-6

27: Porru, D., Parmigiani, A., Tinelli, C., Barletta, D., Choussos, D., Di Franco, C., … & Rovereto, B. (2014). Oral D-mannose in recurrent urinary tract infections in women: A pilot study. Journal of Clinical Urology7(3), 208-213. https://doi.org/10.1177/2051415813518332

28: Phé, V., Pakzad, M., Haslam, C., Gonzales, G., Curtis, C., Porter, B., … & Panicker, J. N. (2017). Open label feasibility study evaluating D‐mannose combined with home‐based monitoring of suspected urinary tract infections in patients with multiple sclerosis. Neurourology and urodynamics36(7), 1770-1775. https://doi.org/10.1002/nau.23173

29: Kuzmenko, A. V., Kuzmenko, V. V., & Gyaurgiev, T. A. (2019). Efficacy of combined antibacterial-prebiotic therapy in combination with D-mannose in women with uncomplicated lower urinary tract infection. Urologiia, (6), 38-43. https://doi.org/10.18565/urology.2019.6.38-43

30: Brownlee EM, Blore C, Wragg R, Patel M, McCarthy L. D-mannose reduces the risk of UTI in complex paediatric urology patients. Archives of Pediatrics. 2020 May;5(1):180. https://doi.org/10.29011/2575-825X.100180

31: Kuz’min, I. V., Slesarevskaya, M. N., & Al-Shukri, S. H. (2021). Antiadhesive strategy for non-antibacterial prophylaxis of recurrent lower urinary tract infections. Urologiia, (3), 5-12. https://gynecology.orscience.ru/1728-2985/article/view/312581

32: Chiu, K., Zhang, F., Sutcliffe, S., Mysorekar, I. U., & Lowder, J. L. (2022). Recurrent urinary tract infection incidence rates decrease in women with cystitis cystica after treatment with d-mannose: a cohort study. Urogynecology28(3), e62-e65. https://doi.org/10.1097/SPV.0000000000001144

33: Parazzini, F., Ricci, E., Fedele, F., Chiaffarino, F., Esposito, G., & Cipriani, S. (2022). Systematic review of the effect of D‑mannose with or without other drugs in the treatment of symptoms of urinary tract infections/cystitis. Biomedical Reports17(2), 1-11. https://doi.org/10.3892/br.2022.1552

34: Wagenlehner, F., Lorenz, H., Ewald, O., & Gerke, P. (2022). Why d-Mannose may be as efficient as antibiotics in the treatment of acute uncomplicated lower urinary tract infections—preliminary considerations and conclusions from a non-interventional study. Antibiotics11(3), 314. https://doi.org/10.3390/antibiotics11030314

35: Kwok, M., McGeorge, S., Mayer‐Coverdale, J., Graves, B., Paterson, D. L., Harris, P. N., … & Roberts, M. J. (2022). Guideline of guidelines: management of recurrent urinary tract infections in women. BJU international130, 11-22. https://doi.org/10.1111/bju.15756

36: Kranz, J., Bartoletti, R., Bruyère, F., Cai, T., Geerlings, S., Köves, B., … & Bonkat, G. (2024). European Association of Urology Guidelines on Urological Infections: Summary of the 2024 Guidelines. European Urology. https://doi.org/10.1016/j.eururo.2024.03.035

37: Lenger SM, Bradley MS, Thomas DA, Bertolet MH, Lowder JL, Sutcliffe S, D-mannose vs other agents for recurrent urinary tract infection prevention in adult women: a systematic review and meta-analysis, American Journal of Obstetrics and Gynecology (2020). https://doi.org/10.1016/j.ajog.2020.05.048

38: Chee, W. J. Y., Chew, S. Y., & Than, L. T. L. (2020). Vaginal microbiota and the potential of Lactobacillus derivatives in maintaining vaginal health. Microbial cell factories19(1), 203. https://doi.org/10.1186/s12934-020-01464-4

39: Villa, P., Cipolla, C., D’Ippolito, S., Amar, I. D., Shachor, M., Ingravalle, F., … & Scambia, G. (2020). The interpaly between immune system and microbiota in gynecological diseases: a narrative review. European review for medical and pharmacological sciences, (May 24 (10)), 5676-5690. https://10.26355/eurrev_202005_21359

40: Almeida, M. O., do Carmo, F. L. R., Gala-García, A., Kato, R., Gomide, A. C., Drummond, R. M. N., … & Viana, M. V. C. (2019). Lactobacillus crispatus protects against bacterial vaginosis. Genet Mol Res18(4), 1-22. https://doi.org/10.4238/gmr18475

41: McKloud, E., Delaney, C., Sherry, L., Kean, R., Williams, S., Metcalfe, R., … & Ramage, G. (2021). Recurrent vulvovaginal candidiasis: a dynamic interkingdom biofilm disease of Candida and Lactobacillus. Msystems6(4), 10-1128. https://doi.org/10.1128/msystems.00622-21

42: Ventolini, G., Gygax, S. E., Adelson, M. E., & Cool, D. R. (2013). Vulvodynia and fungal association: a preliminary report. Medical Hypotheses81(2), 228-230. https://doi.org/10.1016/j.mehy.2013.04.043

43: Jayaram, A., Witkin, S. S., Zhou, X., Brown, C. J., Rey, G. E., Linhares, I. M., … & Forney, L. J. (2014). The bacterial microbiome in paired vaginal and vestibular samples from women with vulvar vestibulitis syndrome. Pathogens and disease, 72(3), 161-166. https://doi.org/10.1111/2049-632X.12197

44: Murina, F., Caimi, C., Di Pierro, F., Di Francesco, S., & Cetin, I. (2020). Features of the Vaginal and Vestibular Microbioma in Patients With Vestibulodynia: A Case-Control Study. Journal of lower genital tract disease, 24(3), 290-294. https://doi.org/10.1097/LGT.0000000000000523

45: Brotman, R. M., Shardell, M. D., Gajer, P., Fadrosh, D., Chang, K., Silver, M. I., … & Gravitt, P. E. (2014). Association between the vaginal microbiota, menopause status, and signs of vulvovaginal atrophy. Menopause21(5), 450-458. https://doi.org/10.1097/GME.0000000000001236

46: Nickel, J. C., Stephens-Shields, A. J., Landis, J. R., Mullins, C., van Bokhoven, A., Lucia, M. S., … & MAPP Research Network. (2019). A culture-independent analysis of the microbiota of female interstitial cystitis/bladder pain syndrome participants in the MAPP research network. Journal of clinical medicine8(3), 415. https://doi.org/10.3390/jcm8030415

47: Pearce, M. M., Hilt, E. E., Rosenfeld, A. B., Zilliox, M. J., Thomas-White, K., Fok, C., … & Wolfe, A. J. (2014). The female urinary microbiome: a comparison of women with and without urgency urinary incontinence. MBio5(4), 10-1128. https://doi.org/10.1128/mbio.01283-14

48: Javan Balegh Marand, A., Baars, C., Heesakkers, J., van den Munckhof, E., Ghojazadeh, M., Rahnama’i, M. S., & Janssen, D. (2023). Differences in the Urinary Microbiome of Patients with Overactive Bladder Syndrome with and without Detrusor Overactivity on Urodynamic Measurements. Life13(5), 1199. https://doi.org/10.3390/life13051199

49: Abbasian, B., Shair, A., O’Gorman, D. B., Pena-Diaz, A. M., Brennan, L., Engelbrecht, K., … & Burton, J. P. (2019). Potential role of extracellular ATP released by bacteria in bladder infection and contractility. MSphere4(5), 10-1128. https://doi.org/10.1128/msphere.00439-19

50: Dai, W., Du, H., Li, S., & Wu, R. (2021). Cervicovaginal microbiome factors in clearance of human papillomavirus infection. Frontiers in Oncology11, 722639. https://doi.org/10.3389/fonc.2021.722639

51: Motevaseli, E., Shirzad, M., Akrami, S. M., Mousavi, A. S., Mirsalehian, A., & Modarressi, M. H. (2013). Normal and tumour cervical cells respond differently to vaginal lactobacilli, independent of pH and lactate. Journal of medical microbiology62(7), 1065-1072. https://doi.org/10.1099/jmm.0.057521-0

52: Sun, S., Serrano, M. G., Fettweis, J. M., Basta, P., Rosen, E., Ludwig, K., … & Engel, S. M. (2022). Race, the vaginal microbiome, and spontaneous preterm birth. Msystems7(3), e00017-22. https://doi.org/10.1128/msystems.00017-22

53: Kindinger, L. M., Bennett, P. R., Lee, Y. S., Marchesi, J. R., Smith, A., Cacciatore, S., … & MacIntyre, D. A. (2017). The interaction between vaginal microbiota, cervical length, and vaginal progesterone treatment for preterm birth risk. Microbiome5, 1-14. https://doi.org/10.1186/s40168-016-0223-9

54: Feehily, C., Crosby, D., Walsh, C. J., Lawton, E. M., Higgins, S., McAuliffe, F. M., & Cotter, P. D. (2020). Shotgun sequencing of the vaginal microbiome reveals both a species and functional potential signature of preterm birth. NPJ biofilms and microbiomes6(1), 50. https://doi.org/10.1038/s41522-020-00162-8

55: Chang, D. H., Shin, J., Rhee, M. S., Park, K. R., Cho, B. K., Lee, S. K., & Kim, B. C. (2020). Vaginal microbiota profiles of native Korean women and associations with high-risk pregnancy. Journal of microbiology and biotechnology30(2), 248. https://doi.org/10.4014%2Fjmb.1908.08016

56: Kumar, M., Murugesan, S., Singh, P., Saadaoui, M., Elhag, D. A., Terranegra, A., … & Al Khodor, S. (2021). Vaginal microbiota and cytokine levels predict preterm delivery in Asian women. Frontiers in cellular and infection microbiology11, 639665. https://doi.org/10.3389/fcimb.2021.639665

57: Kumar, S., Kumari, N., Talukdar, D., Kothidar, A., Sarkar, M., Mehta, O., … & GARBH-Ini Study Group. (2021). The vaginal microbial signatures of preterm birth delivery in Indian women. Frontiers in cellular and infection microbiology11, 622474. https://doi.org/10.3389/fcimb.2021.622474

58: Gudnadottir, U., Debelius, J. W., Du, J., Hugerth, L. W., Danielsson, H., Schuppe-Koistinen, I., … & Brusselaers, N. (2022). The vaginal microbiome and the risk of preterm birth: a systematic review and network meta-analysis. Scientific reports12(1), 7926. https://doi.org/10.1038/s41598-022-12007-9

59: Kacerovsky, M., Vrbacky, F., Kutova, R., Pliskova, L., Andrys, C., Musilova, I., … & Nekvindova, J. (2015). Cervical microbiota in women with preterm prelabor rupture of membranes. PloS one10(5), e0126884. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0126884

60: Kacerovsky, M., Pliskova, L., Bolehovska, R., Gerychova, R., Janku, P., Matlak, P., … & Musilova, I. (2020). Lactobacilli-dominated cervical microbiota in women with preterm prelabor rupture of membranes. Pediatric Research87(5), 952-960. https://doi.org/10.1038/s41390-019-0692-1

61: Eryilmaz, M., Gurpinar, S. S., Palabiyik, I. M., Guriz, H., & Gerceker, D. (2018). Molecular identification and antimicrobial activity of vaginal Lactobacillus sp. Current pharmaceutical biotechnology19(15), 1241-1247. https://doi.org/10.2174/1389201020666190110164123

62: Saduakhasova, S., Kushugulova, A., Shakhabayeva, G., Kozhakhmetov, S., Khasenbekova, Z., Tynybayeva, I., … & Zhumadilov, Z. (2014). Lactobacillus for vaginal microflora correction. Central Asian Journal of Global Health3. https://doi.org/10.5195/cajgh.2014.171

63: He, Y., Niu, X., Wang, B., Na, R., Xiao, B., & Yang, H. (2020). Evaluation of the inhibitory effects of Lactobacillus gasseri and Lactobacillus crispatus on the adhesion of seven common lower genital tract infection-causing pathogens to vaginal epithelial cells. Frontiers in medicine7, 284. https://doi.org/10.3389/fmed.2020.00284

64: Ghartey, J. P., Smith, B. C., Chen, Z., Buckley, N., Lo, Y., Ratner, A. J., … & Burk, R. D. (2014). Lactobacillus crispatus dominant vaginal microbiome is associated with inhibitory activity of female genital tract secretions against Escherichia coli. PloS one9(5), e96659. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0096659

65: Hütt, P., Lapp, E., Štšepetova, J., Smidt, I., Taelma, H., Borovkova, N., … & Mändar, R. (2016). Characterisation of probiotic properties in human vaginal lactobacilli strains. Microbial ecology in health and disease27(1), 30484. https://doi.org/10.3402/mehd.v27.30484

66: Atassi, F., Pho Viet Ahn, D. L., & Lievin-Le Moal, V. (2019). Diverse expression of antimicrobial activities against bacterial vaginosis and urinary tract infection pathogens by cervicovaginal microbiota strains of Lactobacillus gasseri and Lactobacillus crispatus. Frontiers in microbiology10, 2900. https://doi.org/10.3389/fmicb.2019.02900

67: Song, C. H., Kim, Y. H., Naskar, M., Hayes, B. W., Abraham, M. A., Noh, J. H., … & Choi, H. W. (2022). Lactobacillus crispatus Limits Bladder Uropathogenic E. coli Infection by Triggering a Host Type I Interferon Response. Proceedings of the National Academy of Sciences119(33), e2117904119. https://doi.org/10.1073/pnas.2117904119

68: Stapleton, A. E., Au-Yeung, M., Hooton, T. M., Fredricks, D. N., Roberts, P. L., Czaja, C. A., … & Stamm, W. E. (2011). Randomized, placebo-controlled phase 2 trial of a Lactobacillus crispatus probiotic given intravaginally for prevention of recurrent urinary tract infection. Clinical infectious diseases52(10), 1212-1217. https://doi.org/10.1093/cid/cir183

69: Sadahira, T., Wada, K., Araki, M., Mitsuhata, R., Yamamoto, M., Maruyama, Y., … & Ishii, A. (2021). Efficacy of Lactobacillus vaginal suppositories for the prevention of recurrent cystitis: A phase II clinical trial. International Journal of Urology28(10), 1026-1031. https://doi.org/10.1111/iju.14636

70: Palacios, S. (2020). Estudio clínico para evaluar el efecto de un simbiótico oral, complemento alimentario, que contiene Lactobacilos Crispatus sobre la salud vaginal. Estudio SIMBOLAC. Toko-ginecología práctica, (769), 68-74.
https://dialnet.unirioja.es/servlet/articulo?codigo=8882298

Ti è piaciuto questo articolo? Allora fallo leggere anche ai tuoi amici!
Condividilo sui social e metti un “mi piace” al nostro profilo!

Condividi Articolo