PIEDE PIATTO: GUAI PER SCHIENA E ARTICOLAZIONI!

Il problema del piede piatto è molto diffuso e consiste nella totale o parziale assenza della curvatura dell’arco plantare, con la conseguenza che la pianta del piede poggia completamente a terra.
Questa alterazione anatomica è del tutto normale nei primi anni di vita del bambino, mentre diventa problematica se non scompare dopo i dieci anni di età.

Le cause
Nella maggior parte dei casi questo problema trova la sua causa in una predisposizione genetica, ma non è sempre così: a volte può essere causato da altri fattori che hanno portato la volta plantare a cedere.
Una causa frequente, per esempio, è l’obesità, oppure l’abitudine di indossare scarpe non adeguate o, infine, una particolare debolezza muscolare.

Cosa provocano i piedi piatti?
L’assenza dell’arco plantare, fa sì che il peso del corpo sia scaricato su tutto il piede in maniera uniforme, e questo può provocare in primis problematiche all’articolazione della caviglia con conseguente dolore, e poi la camminata rischia di divenire scorretta cercando di compensare un appoggio sbagliato.
Bisogna fare attenzione, perché il piede piatto è spesso asintomatico e quando ci si accorge di averlo, è perché sono sorti problemi ad esso connessi, come dolori alla schiena e alle articolazioni in genere.

Come prevenire?
E’ cattiva abitudine far indossare ai propri figli scarpine o plantari troppo morbidi che eliminano quegli stimoli alla pianta del piede che provengono dal camminare su superfici irregolari, come erba, terra o sabbia. Indossare sempre scarpe di qualità dunque, che permettano un appoggio ideale del piede.

Come risolvere il problema?
Innanzitutto, per eliminare questo fastidio, solitamente si tenta di correggere la tendenza al piede piatto con degli esercizi costanti che rinforzano le strutture di sostegno della zona interessata, stimolando in questo modo la pianta del piede (si può cominciare anche semplicemente camminando su superfici non lisce). Qualora queste attività non siano sufficienti, si tenta l’utilizzo di plantari personalizzati. Solo come ultima spiaggia si ricorre a interventi chirurgici, che risultano comunque minimamente invasivi.

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