AGORAFOBIA, DI COSA SI TRATTA?

L’agorafobia è un disturbo molto limitante, da prendere seriamente.
I sintomi caratteristici di questa paura sono l’ansia, la diarrea, il panico e le sensazioni di perdita di equilibrio, che accadono quando ci si trova in spazi aperti, da soli o in mezzo alla gente.

Il termine agorafobia deriva infatti dal greco e significa paura (phobia) della piazza (agorà), infatti coloro che ne soffrono hanno paura degli spazi aperti o dei luoghi affollati.

Si ha l’impressione di non riuscire ad allontanarsi da quel posto: in coda o in chiesa, al mercato o nel traffico. Chi ha questa fobia incontra davvero grosse difficoltà.

Chi soffre di agorafobia tende a chiudersi in se stesso, allontanando lentamente chi gli sta intorno e riducendo al minimo le occasioni in cui serve uscire di casa, compromettendo in questo modo la propria vita sociale.

Il solo pensiero di ritrovarsi in un luogo aperto comporta la comparsa dell’ansia, ancor prima di uscire di casa quindi!

La persona agorafobica cerca sempre di poter essere accompagnata, per fare fronte alla paura e riuscire a portare a termine il proprio obiettivo.

Spesso esiste un conflitto tra il desiderio d’indipendenza e quello di dipendenza dagli altri, è possibile che la persona voglia essere accompagnata quando esce perché non riesce più a svolgere le sue attività in autonomia. Allo stesso tempo però questa condizione di dipendenza può provocare rabbia e scatenare il bisogno d’indipendenza, che naturalmente in questi casi si fatica a raggiungere.

La paura e l’evitamento sono situazioni tipiche delle persone ansiose, per le quali le semplici situazioni del quotidiano diventano ostacoli insormontabili: ascensori, ponti, luoghi affollati, viaggi, gallerie, autostrade, mercato, sono tutte zone “spaventose” per chi soffre di ansia.
Se all’agorafobia si unisce il disturbo tipico delle crisi di panico, allora il problema si fa più serio e un terapia psicologica diviene fondamentale.

A volte l’agorafobia si manifesta proprio a seguito degli attacchi di panico, perché le persone che li sperimentano conservano nella memoria un ricordo molto vivido dei luoghi in cui si è verificato l’attacco e di conseguenza la paura di quei luoghi è talmente forte che viene generalizzata a tutti i posti simili.

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