SIGARETTA ELETTRONICA: FA MALE?

La prima sigaretta elettronica nasce in Cina nel 2003. L’inventore è Hon Lik, un farmacista il cui padre era morto di cancro ai polmoni a causa del fumo, e forte fumatore anch’egli. La maggior parte delle sostanze tossiche, irritanti e cancerogene presenti nel fumo di sigaretta proviene dalla combustione del tabacco: idrocarburi aromatici, metalli pesanti, monossido di carbonio, polonio radioattivo, formaldeide, ammoniaca… Per questo motivo, nel tentativo di evitare gli effetti negativi del fumo, Hon Lik cerca un’alternativa alla sigaretta che dia le stesse sensazioni ma senza la necessità di bruciare tabacco.

Ed ecco l’idea: sciogliere la nicotina – responsabile della dipendenza e degli effetti del fumo sul sistema nervoso – in una piccola quantità di acqua, riscaldare il tutto in modo da trasformarlo in vapore, inalare il vapore. Aggiungiamo l’aroma di tabacco (o altro aroma a scelta), il glicole propilenico per fare l’“effetto fumo” che vediamo ai concerti, mettiamo il tutto in un dispositivo della stessa forma e dimensione di una normale sigaretta in modo che il gesto di fumare resti lo stesso, e il gioco è fatto: ecco la sigaretta che non fa male!

Ma è proprio così?

Gli effetti della nicotina
Oltre agli effetti sul sistema nervoso – quelli ricercati dai fumatori – è noto da tempo che la nicotina agisce anche sull’apparato cardiovascolare: aumenta infatti la frequenza del battito cardiaco e la pressione arteriosa e restringe i vasi sanguigni, dapprima in maniera reversibile e poi definitiva. Le conseguenze sono un maggiore affaticamento del cuore, una minore ossigenazione di tutti i tessuti del corpo, un aumento del rischio di infarto e trombosi.

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Ma c’è di più. Negli ultimi anni i ricercatori hanno compreso che l’azione cancerogena del fumo di sigaretta non è dovuta solo ai prodotti della combustione del tabacco: in essa gioca un ruolo anche la stessa nicotina. Questo ha portato l’attenzione sulle fonti di nicotina non collegate al tabacco, come le sigarette elettroniche. A questo proposito gli ultimi studi, effettuati su topi e su cellule umane in coltura, hanno dimostrato che:

  • la nicotina presente nelle sigarette elettroniche, una volta introdotta nell’organismo, viene convertita in nitrosammine, sostanze notoriamente cancerogene in quanto capaci di causare danni al DNA
  • altri metaboliti che si formano a partire dalla nicotina, principalmente aldeidi, riducono la capacità di riparazione del DNA, amplificando quindi l’azione cancerogena delle nitrosammine
  • la nicotina e le nitrosammine agiscono da co-mutageni, cioè potenziano l’azione di altri agenti mutageni come i raggi UV e i radicali liberi.

Il messaggio? Gli scienziati avvertono che, rispetto ai non fumatori, chi fuma sigarette elettroniche ha un rischio maggiore di sviluppare cancro ai polmoni e alla vescica.

Non solo nicotina
Oltre alla nicotina, altre sostanze presenti nelle sigarette elettroniche sono sospettate di causare danni. Per esempio: il glicole propilenico, di per sé, è considerato piuttosto sicuro, ma quando viene riscaldato può produrre formaldeide e acetaldeide, entrambe sostanze cancerogene.

A questo bisogna aggiungere la mancanza di dati relativi agli aromi utilizzati nelle cartucce: stiamo parlando di circa 7.000 sostanze diverse, ognuna delle quali dovrebbe essere esaminata in maniera approfondita per determinarne la potenziale tossicità.

In conclusione: sarà anche “meno peggio” di quella tradizionale, ma non si può certo pensare che la sigaretta elettronica sia innocua. Per proteggere la salute, la strada è una sola: non fumare!

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