ANTIBIOTICO-RESISTENZA: UN ALLARME GLOBALE

L’antibiotico-resistenza è la capacità dei batteri di adattarsi e resistere all’azione delle sostanze antimicrobiche. Si tratta di un fenomeno che si è enormemente amplificato negli ultimi 70 anni, raggiungendo proporzioni allarmanti e diventando una delle maggiori minacce alla salute globale: oggi le malattie resistenti ai farmaci causano ogni anno nel mondo almeno 700.000 morti, che entro il 2050 potrebbero diventare 10 milioni se la tendenza non viene invertita.

L’arresto dell’antibiotico-resistenza passa fondamentalmente per una riduzione dell’utilizzo degli antibiotici. Un obiettivo che riguarda la politica, gli operatori sanitari, ma anche ciascuno di noi. Ecco perché una corretta informazione è fondamentale: cos’è esattamente l’antibiotico-resistenza? Come si sviluppa, cosa si può fare per arginarla? In questo articolo troverai le risposte a queste e altre domande.

L’antibiotico-resistenza riguarda ciascuno di noi
Gli antibiotici hanno rivoluzionato il mondo della medicina. Tubercolosi, polmonite, tifo, colera, peste: fino a un secolo fa un decesso su tre era dovuto ad infezioni batteriche, e l’introduzione degli antibiotici ha permesso di aumentare dal 10 al 90% la probabilità di sopravvivere a queste malattie. Oltre a curare le infezioni, gli antibiotici rendono possibili numerose altre procedure e terapie mediche: proteggono chi subisce interventi chirurgici – anche odontoiatrici – e trapianti d’organo, i malati di tumore che a causa della chemioterapia hanno un sistema immunitario indebolito, i pazienti in terapia intensiva e quelli che devono seguire trattamenti immunosoppressivi per curare una patologia autoimmune.

Le infezioni causate da batteri antibiotico-resistenti possono essere molto gravi e difficili (al limite impossibili) da curare. L’antibiotico-resistenza provoca decessi, prolunga le degenze ospedaliere e aumenta i costi sanitari. Chiunque di noi può contrarre un’infezione batterica, sia nella vita quotidiana che a seguito di un incidente o come complicanza di una malattia non batterica; e così purtroppo nessuno è al riparo dalle infezioni dovute a batteri resistenti.

Le proporzioni del fenomeno
A livello mondiale il numero di batteri resistenti all’azione di qualche antibiotico è in continuo aumento. In Italia dal 2012 le percentuali sono sostanzialmente stabili, ma restano tra le più alte d’Europa: nelle batteriemie (infezioni invasive del sangue) si riscontra che il 34% dei batteri della specie Staphylococcus aureus è resistente alla meticillina, il 30% di Klebsiella pneumoniae è resistente ai carbapenemi, il 29% di Escherichia coli è resistente alle cefalosporine di terza generazione e il 19% di Enterococcus faecium è resistente alla vancomicina (unico dato, quest’ultimo, in aumento, con una percentuale più che raddoppiata dal 2012). Più in generale, dal 30 al 60% delle infezioni ospedaliere sono resistenti agli antibiotici di prima linea, quelli utilizzati più comunemente. Esistono batteri resistenti a più classi di antibiotici contemporaneamente (multi-resistenti), e la maggiore preoccupazione è che possano svilupparsi organismi resistenti a tutti gli antibiotici disponibili: nel nostro Paese sono già stati registrati casi di resistenza pressoché totale. Il ritorno all’era pre-antibiotica sembra una prospettiva non così inverosimile.

Ma quali sono le cause dell’antibiotico-resistenza, e come possiamo noi comuni cittadini contribuire ad arginarla? Leggi la seconda parte dell’articolo QUI.

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