Sappiamo bene che un’alimentazione sana gioca un ruolo fondamentale nel promuovere un buono stato di salute e prevenire la comparsa di innumerevoli patologie. E questo vale a maggior ragione per i bambini, dal momento che il modo in cui ci nutriamo da piccoli ha effetti che durano probabilmente per tutta la vita (ne abbiamo parlato in questo articolo).
È chiaro che avviare fin da subito i nostri bambini ad una sana alimentazione è uno dei più preziosi investimenti che possiamo fare per la loro salute. Tuttavia questo a volte è più semplice a dirsi che a farsi. Come abituare allora un figlio a mangiare in modo corretto?
In questo articolo troverai tanti consigli pratici.
Le tappe di un’alimentazione corretta
Le preferenze alimentari di un bambino sono il risultato di diversi aspetti: il gradimento innato per il sapore dolce, la tendenza a rifiutare alimenti nuovi, le abitudini familiari, l’educazione scolastica e l’influenza della pubblicità e della televisione.
Gravidanza e allattamento
Potrà sembrare strano, ma possiamo aiutare i nostri bambini ad abituarsi a una sana alimentazione ancor prima che nascano. Durante la gravidanza, infatti, il sapore degli alimenti consumati dalla madre si trasmette al liquido amniotico. Un’alimentazione sana e variegata in gravidanza è quindi un modo per far conoscere al bambino, fin dall’utero, una vasta gamma di sapori.
La stessa cosa vale per l’allattamento: non esiste un “sapore cattivo” del latte, ma tanti sapori quanti sono i cibi che la mamma mangia. In seguito, quando sarà il momento di introdurre i cibi solidi, il piccolo riconoscerà questi sapori già sperimentati e li preferirà a quelli completamente sconosciuti.
Svezzamento
Lo svezzamento è una tappa fondamentale, durante la quale il comportamento dei genitori può creare intorno al momento del pasto situazioni positive e gradevoli oppure di preoccupazione e tensione.
Alcuni suggerimenti per favorire nel bambino un buon rapporto, anche futuro, con il cibo, e per indirizzarlo verso un’alimentazione sana:
- Proporre fin da subito la più ampia gamma di cibi e sapori diversi. I bambini, durante la fase delle prime pappe, di norma assaggiano con entusiasmo tutto ciò che è commestibile (e anche ciò che non lo è…). Sfruttiamo questa naturale inclinazione per abituarli presto ad ogni sapore: sarà più facile che continuino ad apprezzarli anche quando saranno più grandi.
- Fare del pasto un momento di socialità e di esplorazione. Se possibile non facciamo mangiare i più piccoli da soli, a orari diversi dai nostri, ma teniamoli a tavola con noi: saranno incuriositi da ciò che mangiamo e vorranno assaggiarlo anche loro. Lasciamoli liberi di prendere da soli dal piatto ciò che li interessa.
- Fidarsi. I bambini hanno un insospettabile istinto di autoregolazione dell’appetito e della sazietà, e non dovrebbero essere forzati a mangiare più di quel che mostrano di gradire. Se tuo figlio è sano, cresce normalmente e continua a mostrarsi vivace e allegro, non preoccuparti di quanto mangia!
Tra i due e i tre anni
Tra i comportamenti che mettono a dura prova i genitori nella fase dei “terribili due anni” può esserci anche un’improvvisa estrema selettività a tavola. Si chiama neofobia alimentare: letteralmente paura dei cibi nuovi, ma a volte coinvolge anche alimenti che il piccolo ha sempre mangiato senza problemi, specialmente frutta e verdura.
Questo comportamento ha le sue basi nell’evoluzione. Siamo nell’età in cui i bambini passano dall’essere sempre vicini alla madre al trascorrere tempo anche da soli: in questa fase, non volersi avvicinare a cibi nuovi (soprattutto vegetali colorati) è un istinto utile ad evitare di assaggiare frutti o bacche potenzialmente velenosi.
Dagli studi emerge che questo comportamento è determinato per il 75% dalla genetica (e su questo si può intervenire ben poco), ma per il 25% è influenzato dall’ambiente. Qualcosa, allora, si può fare:
- Cucinare insieme. Attività educativa sotto molti punti di vista, la cucina ha anche il vantaggio di familiarizzare i bambini con consistenza, aspetto, colori e sapori dei diversi alimenti, e di stimolare la loro curiosità anche “gastronomica”.
- Dare il buon esempio. È ben noto che i bambini imparano per imitazione, quindi è fondamentale che i genitori diano l’esempio mangiando loro per primi gli alimenti che propongono ai figli e seguendo un’alimentazione sana.
- Non insistere. È provato che più si insiste (con le buone o con le cattive) affinché un bambino assaggi un cibo, e più il piccolo si intestardisce nel suo rifiuto. Limitiamoci a mettere i piatti in tavola e lasciamo che si serva da solo, senza fare commenti.
- Non darsi per vinti di fronte a un “no”. Anche se per questa volta nostro figlio non ha mangiato i broccoli, continuiamo a offrirglieli. Magari sarà necessario metterli in tavola anche dieci o quindici volte, ma alla fine li assaggerà.
- Coinvolgere gli “eroi”. Se leggiamo al piccolo una storia il cui protagonista è ghiotto di carote, il bambino sarà molto più portato a mangiarle!
- Non costringerli a finire quello che c’è nel piatto. Anche per i bimbi di questa età vale quanto detto per i più piccoli: fidiamoci della loro capacità di autoregolarsi.
Occhio alla pubblicità
Questo è valido per i bambini di ogni età. I genitori devono essere consapevoli che i programmi televisivi (o di altre piattaforme video) rivolti ai bambini sono inframmezzati di spot alimentari che, nell’80% dei casi, pubblicizzano prodotti non salutari.
I bambini sono particolarmente vulnerabili alla pubblicità: non avendo ancora sviluppato il pensiero critico, fino almeno ai 12 anni non riescono a cogliere l’intento persuasivo del marketing. È stato dimostrato che gli spot alimentari per bambini aumentano il rischio di una dieta scorretta e quindi di obesità infantile.
Che fare dunque? Cerchiamo se possibile di non lasciare i più piccoli da soli davanti allo schermo, e facciamo in modo che utilizzino televisione e computer in modo parsimonioso e consapevole.
Alimentazione sana sì, ma senza esagerare!
Per quanto un’alimentazione sana sia fondamentale per i bambini, non dovrebbe mai diventare un’ossessione. Nell’ottica dello sviluppo di un rapporto equilibrato con il cibo, tutti i divieti non giustificati da specifiche condizioni di salute comportano dei rischi. Trasformare una caramella o un gelato in una minaccia rischia di creare nel bambino preoccupazioni eccessive e immotivate riguardo a ciò che mangia, portandolo a vedere l’alimentazione in modo angosciante.
È bene quindi evitare i divieti categorici, puntando invece sull’abituare il proprio bambino ad apprezzare i sapori naturali degli alimenti, senza ad esempio la copertura dello zucchero o del sale in eccesso. In questo modo è probabile che, davanti ad un’elaborata torta di compleanno, il piccolo sarà il primo a non gradirla poi così tanto e a lasciarla in gran parte nel piatto!
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