CIBI PRONTI: SAI TUTTO?

Pizze surgelate, cotolette, bastoncini di pesce, merendine… I cibi pronti sono sempre più popolari, anche qui da noi, in quella che è considerata la patria della buona cucina. Pratici—necessitano solo di essere riscaldati, oppure di una breve cottura—e saporiti, spesso però lasciano alquanto a desiderare dal punto di vista nutrizionale e salutistico.
Vediamo quali sono gli svantaggi di questi prodotti, e come leggere l’etichetta per stabilirne la qualità.

Additivi alimentari

I cibi pronti spiccano anzitutto per il contenuto di additivi. Conservanti ovviamente, per evitare il deterioramento del prodotto e assicurargli una lunga vita. Ma anche sale e altri insaporitori, perché il consumatore sia soddisfatto e si fidelizzi. Coloranti e altre sostanze che migliorano l’aspetto del piatto, per far sì che risulti appetitoso anche per gli occhi. C’è poi la lunga lista degli additivi necessari per la lavorazione industriale degli ingredienti: antiagglomeranti, emulsionanti, stabilizzanti, addensanti…

Naturalmente, affinché una sostanza possa essere utilizzata come additivo alimentare, la sua sicurezza per la salute deve essere dimostrata da studi scientifici. Ma le conoscenze sono in continuo divenire e nuovi dati si aggiungono costantemente a quelli già esistenti: così può capitare che nuovi studi gettino dubbi su un additivo fino a quel momento considerato sicuro.

Come riconoscere la presenza di additivi alimentari? Queste sostanze devono essere dichiarate in etichetta, e spesso sono indicate con una sigla costituita dalla lettera E seguita da tre numeri. Un’occhiata all’etichetta, quindi, ci dà subito un’idea di quanti additivi il prodotto contiene (considerando però che anche sostanze naturali e assolutamente innocue, anzi benefiche, come la vitamina C o la pectina sono considerate additivi). Se poi vogliamo approfondire, una breve ricerca online è sufficiente per scoprire il significato delle varie sigle.

Grassi e calorie nei cibi pronti

Caratteristica spesso preoccupante dei cibi pronti è il loro contenuto di grassi. In molti casi, per ridurre il prezzo e facilitare la lavorazione industriale, vengono utilizzati grassi di scarsa qualità e anche potenzialmente nocivi per la salute. Da tenere presente che, quando viene utilizzato un grasso nobile (e costoso) come ad esempio l’olio extravergine di oliva, la sua presenza viene sempre ben evidenziata, perché rappresenta un punto di forza per il prodotto!

In ogni caso in etichetta deve necessariamente essere indicato il tipo esatto di olii e grassi presenti (es. palma, cocco, eccetera) e se sono idrogenati (se non è specificato nulla significa che non lo sono). Sono da evitare soprattutto i grassi idrogenati o parzialmente idrogenati, i più dannosi per la salute.

L’abbondanza di grassi e la presenza di panature fa sì che spesso i cibi pronti abbiano un contenuto calorico elevato. Pensiamo ad esempio che 100 g di bastoncini di merluzzo (costituiti solo per metà da pesce, e per il resto da panatura) hanno il doppio delle calorie di 100 g di merluzzo! Inoltre gli alimenti impanati sono invariabilmente prefritti: anche se poi li scaldi in forno non è possibile evitare gli effetti negativi della frittura sulla salute.

cibi pronti

Le carni separate meccanicamente

Prodotti come cotolette, crocchette e cordon bleu meritano un discorso particolare, perché spesso—soprattutto se il prezzo è medio-basso—sono realizzati con carni separate meccanicamente.

Di che si tratta?

Dopo aver asportato i tagli di carne più pregiati, tutto ciò che rimane dell’animale (ossa e cartilagini comprese) viene messo sotto una pressa che lo riduce a una massa pastosa e omogenea, di colore rosato: questa viene definita appunto carne separata meccanicamente. Viene utilizzata moltissimo per i wurstel, che ne contengono fino al 90%, ma anche per il ripieno dei tortellini, le cotolette, le spinacine e simili, in percentuali che variano in base alla marca e al prezzo.

Diciamo subito che le carni separate meccanicamente sono a tutti gli effetti commestibili e sicure dal punto di vista alimentare, perché per scongiurare rischi microbiologici vengono utilizzate solo per cibi precotti. Inoltre, per evitare il rischio del morbo della mucca pazza, si possono lavorare in questo modo solo volatili e suini, non bovini e ovini. La qualità però è un altro discorso: è facile capire che le proprietà nutritive della carne separata meccanicamente sono ben diverse da quelle di una bistecca!

La presenza di carni separate meccanicamente deve obbligatoriamente essere indicata in etichetta (a volte con l’acronimo CSM). Ma possiamo individuarla anche da soli: se il prodotto è perfettamente omogeneo e non si notano fibre muscolari, senza dubbio non è di qualità elevata.

Cibi pronti: conclusione

È vero, i cibi pronti sono estremamente pratici e rappresentano una grossa tentazione quando si torna a casa stanchi dopo una giornata di lavoro. La loro comodità però va a scapito delle qualità nutritive e della salute. Un occhio all’etichetta e uno al prezzo possono aiutarci a scegliere meglio, ma la prima regola di un’alimentazione sana resta ridurre il più possibile il consumo di alimenti ultraprocessati. I cibi pronti, appunto.

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