DEPRESSIONE POST PARTO

Depressione post parto: un problema che interessa più di una mamma su dieci, eppure sottovalutato, poco conosciuto e poco trattato. Di cosa si tratta, come riconoscerla, e soprattutto come affrontare la depressione post parto?

Ormoni, umore e Baby Blues

Durante la gravidanza, nel sangue della futura mamma circolano quantità enormi di ormoni estrogeni: molto importanti per regolare il tono dell’umore perché da essi dipende il rilascio di serotonina, l’ormone del buonumore. Poi, dopo il parto, nel giro di brevissimo tempo il livello di questi ormoni crolla; e allo stesso tempo anche progesterone e cortisolo diminuiscono bruscamente, mentre ossitocina e prolattina aumentano… Insomma, una vera e propria tempesta ormonale!

Questa è la principale causa biologica di quegli sbalzi d’umore, quelle tristezze, quelle lacrime improvvise che quasi tutte le mamme hanno nei primi giorni dopo la nascita del loro bambino, e che in inglese si chiamano “baby blues”. Niente di cui preoccuparsi: nel giro di due settimane l’umore si stabilizza e il disagio si attenua fino a scomparire.

Quando invece è depressione

A volte però i disagi sono più importanti, e passate due settimane non accennano a diminuire. Tristezza, debolezza, difficoltà a fare qualsiasi cosa e a prendere qualsiasi decisione, sensazione di essere una “cattiva mamma”, inadeguata o incapace, ma anche insonnia, ansia, mancanza di appetito… Sono tutti segnali che forse non siamo di fronte semplicemente alle baby blues, ma a una vera e propria depressione.

La depressione post parto è un problema comune: interessa il 15% delle neomamme, con picchi fino al 46-48% (quasi la metà!) nelle mamme molto giovani, sotto i 20 anni.

Alla sua base ci sono ancora una volta i cambiamenti ormonali tipici del puerperio, ai cui effetti emotivi alcune donne sono particolarmente sensibili, anche a causa di una familiarità per bassi livelli di serotonina. Quindi se una donna ha una storia di depressione in famiglia, o ha già avuto in passato episodi depressivi, sarà più probabile che soffra di depressione post parto.

Ma anche i fattori psicologici e relazionali giocano un ruolo fondamentale. Il crollo dell’umore è più probabile quando la neomamma è giovane o immatura, quando non riceve un supporto adeguato da chi le sta intorno, quando il parto è stato traumatico o il neonato ha qualche problema.

Le conseguenze sui figli

Lo stato emotivo di una madre si ripercuote inevitabilmente su quello dei figli. La mamma depressa ha un atteggiamento più distaccato nei confronti del suo bambino: è poco affettuosa, risponde meno ai suoi bisogni, non lo guarda, può arrivare ad essere ostile e aggressiva nei suoi confronti. Ma può trascurarlo anche per quanto riguarda il cambiarlo e lavarlo, ed è meno attenta alla sua sicurezza: in caso di madre depressa aumentano infatti gli accessi al pronto soccorso per incidenti domestici, e diminuiscono i controlli dal pediatra e il tasso di vaccinazioni. E il bambino dal canto suo sarà scontento e irritabile, magari sorriderà poco ed eviterà le interazioni, alimentando un circolo vizioso in cui la madre farà ancora più fatica a prendersi cura di lui.

Ma la depressione materna, specie se prolungata, può avere conseguenze anche a lungo termine. I bambini infatti apprendono rispecchiando i comportamenti che vedono nelle persone che li circondano. Un bambino la cui mamma lo accudisce e gli parla con dolcezza, gli sorride, lo guarda con amore impara il linguaggio dell’amore e della tenerezza e diventerà un bambino e un adulto empatico, più capace di entrare in relazione con gli altri. Un bambino con una mamma depressa potrà più facilmente diventare aggressivo oppure anch’egli depresso.

depressione post parto

Riconoscere la depressione post parto

Per aiutarci a capire se siamo di fronte a un caso di depressione post parto possiamo fare (o farci) alcune domande.

  1. Quando tuo figlio dorme, riesci a dormire?
    Tutte le neomamme dormono poco, perché il bambino richiede cure frequenti anche di notte. Ma se dopo averlo allattato resti sveglia per ore, e non riesci a dormire nemmeno quando lui è addormentato, potrebbe essere segno che qualcosa non va.
  2. Mangi troppo, oppure troppo poco?
    Sia la perdita dell’appetito che la ricerca esagerata e compulsiva di cibo possono essere campanelli di allarme.
  3. Hai voglia di uscire?
    Compatibilmente con i tanti impegni e l’inevitabile stanchezza, la voglia di uscire di casa e incontrare altre persone è segno di vitalità e buon umore.
  4. Ti senti sola? Ti sembra che il bambino sia un peso eccessivo per te?
    Queste domande ci fanno capire come la donna vive la sua attuale situazione. Il sentirsi sola, non compresa, non aiutata è forte motivo di depressione. E accresce la sensazione di non farcela, la quale a sua volta è un segno distintivo della depressione post parto.

Affrontare la depressione post parto

Forse il fattore più importante per evitare l’insorgenza della depressione post parto, o per alleviarla quando presente, è sostenere e aiutare la neomamma. E’ fondamentale che abbia la possibilità anzitutto di riposare a sufficienza, perché la carenza di sonno incide enormemente sia sull’emotività che sulle funzioni cognitive: peggiora stress e irritabilità, riduce la capacità di attenzione e di prendere decisioni. Ma la madre dovrebbe anche, senza sensi di colpa, prendersi qualche pausa per dedicarsi a se stessa. In questo diventa fondamentale l’aiuto del partner, della famiglia, delle amiche, che possono sollevarla dalle incombenze domestiche e ogni tanto darle il cambio nella cura del piccolo.

Molto importante camminare all’aperto, di buon passo, per un’ora al giorno: un’attività che si può fare facilmente anche con la carrozzina o con il bimbo in fascia. L’attività fisica e il contatto con la natura hanno infatti un incredibile effetto riequilibrante sulla psiche.

Un’attenzione particolare va riservata all’alimentazione, che in questo periodo più che mai deve essere sana, varia ed equilibrata. Preferire frutta, verdura, legumi e pesce. Se durante il parto si è perso molto sangue potrebbe essere presente un’anemia da carenza di ferro, che va trattata con cura perché aumenta di per sé il rischio di cadere in depressione.

Infine, non bisogna avere timore di chiedere aiuto. Un supporto psicologico può essere di grande utilità, ma a volte può essere indicata e risolutiva anche una terapia farmacologica che ristabilisca l’equilibrio ormonale e neurochimico dell’organismo.

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