GLI INSOSPETTABILI EFFETTI DEL PARACETAMOLO

Probabilmente anche tu lo utilizzi in modo piuttosto disinvolto, considerandolo un farmaco sicuro. Ma conosci tutti i possibili effetti collaterali del paracetamolo? Non stiamo parlando di quelli riportati sul foglietto illustrativo…

Il paracetamolo, principio attivo di farmaci come Tachipirina ed Efferalgan, è uno dei medicinali più utilizzati in assoluto. La sua azione antipiretica e analgesica lo rende utile nel trattamento sintomatico di molte problematiche, dai semplici malanni invernali fino a dolori anche importanti. Ed è considerato un farmaco sicuro, tanto da essere distribuito senza bisogno di prescrizione medica e da poter essere somministrato anche ai neonati.

Naturalmente però, come tutti i farmaci, nemmeno il paracetamolo è esente da effetti collaterali. I più noti effetti collaterali del paracetamolo riguardano il fegato, che può subire danni se si assumono dosaggi eccessivi oppure in caso di terapie molto prolungate. Per gli adulti, la quantità massima di paracetamolo è 1 grammo (1000 mg) per dose, e 4 grammi (4000 mg) al giorno. Ma se il fegato ha già qualche problema, oppure si assumono altri farmaci che possono influenzare la funzionalità epatica, oppure si ha l’abitudine di consumare più di tre bevande alcoliche al giorno, i dosaggi raccomandati si abbassano ed è necessario somministrare il paracetamolo con molta cautela.

Altri possibili effetti collaterali del paracetamolo riguardano la pelle (eritemi ed eruzioni cutanee), il sangue (riduzione dei globuli rossi, dei globuli bianchi, delle piastrine) e i reni, che al pari del fegato possono venire danneggiati da dosi eccessive di questo farmaco.

Fin qui gli effetti collaterali del paracetamolo che troviamo nel bugiardino. Ma di recente i ricercatori hanno scoperto che il paracetamolo può avere anche altri effetti davvero sorprendenti.

paracetamolo effetti collaterali

Antidolorifico emotivo

In un primo studio, già del 2010, 30 giovani volontari assumono ogni giorno per tre settimane 1 grammo di paracetamolo, il dosaggio consigliato contro un’emicrania; mentre altri 30 assumono un placebo apparentemente identico, così che nessuno sappia se sta assumendo il farmaco oppure il placebo. Ogni sera i ragazzi devono rispondere a una serie di domande che misurano quanto, durante la giornata, altre persone abbiano ferito i loro sentimenti.

All’inizio dell’esperimento il livello medio di sofferenza nelle interazioni sociali è lo stesso tra i volontari che assumono il paracetamolo e quelli che assumono il placebo. Ma, man mano che il tempo passa, nel gruppo del paracetamolo la “sofferenza sociale” diminuisce sempre più, e questi partecipanti riferiscono significativamente meno emozioni negative rispetto agli altri.

Cosa sta succedendo? Sembra che il paracetamolo sia in grado di ridurre, oltre al dolore fisico, anche quello emotivo! 

Questo fatto può apparire incredibile, ma ha una spiegazione ben precisa. Gli psicologi infatti hanno scoperto che, in termini biologici, la sofferenza fisica e quella emotiva non sono poi così diverse tra loro, e il cervello di una persona che sta sperimentando un dolore fisico ha molte somiglianze con quello di chi sta sperimentando un’emozione dolorosa. Dunque si capisce perché il paracetamolo, che espleta la sua azione farmaceutica proprio a livello cerebrale, sia in grado di attenuare entrambi i tipi di dolore.

Meno dolore, meno empatia

Un secondo studio, pubblicato nel 2016, ha messo in evidenza un altro curioso “effetto collaterale” del paracetamolo. I ricercatori sono partiti dall’osservazione che, quando vediamo un’altra persona soffrire, nel nostro cervello si attivano le stesse regioni che si attiverebbero se fossimo noi stessi a fare quell’esperienza dolorosa. Questo fa sì che, in un senso molto concreto, sperimentiamo in certa misura il dolore dell’altro, e pone le basi per l’empatia. Dunque, se il paracetamolo inibisce i circuiti neurali responsabili della percezione del proprio dolore, dovrebbe ridurre anche l’empatia!

Per testare questa ipotesi, i ricercatori hanno somministrato a metà dei partecipanti una singola dose di paracetamolo e all’altra metà un identico placebo. Poi hanno misurato le loro reazioni mentre leggevano brevi storie il cui protagonista soffriva (fisicamente o emotivamente), o assistevano direttamente alla sofferenza di un’altra persona. E sì: chi aveva assunto paracetamolo ha giudicato il dolore altrui meno intenso e ha mostrato meno interessamento rispetto a chi aveva assunto il placebo. Insomma si è dimostrato meno empatico!

Dunque il paracetamolo ci rende meno sensibili sia al nostro dolore (fisico o emotivo) che a quello altrui.

Paracetamolo e comportamenti a rischio

Le ricerche sugli “effetti collaterali” del paracetamolo a livello psicologico vanno avanti. Uno studio recentissimo aggiunge un pezzo al puzzle, dimostrando che questo farmaco può alterare la percezione del rischio e spingere a comportamenti maggiormente rischiosi. Detta semplicemente, il paracetamolo ridurrebbe la paura percepita quando consideriamo attività potenzialmente pericolose, e quindi ci renderebbe più propensi a rischiare.

Chissà che, in un futuro, quello che oggi è considerato un banale analgesico non si guadagni un posto tra gli psicofarmaci! Nel frattempo, questi studi ci fanno riflettere una volta di più su quanto ancora ci sia da imparare sul funzionamento dell’organismo umano e sui misteriosi collegamenti tra corpo e mente.

Sapevi che spesso i giusti rimedi naturali sono sufficienti per affrontare i malanni di stagione?
Scopri la nostra LINEA INVERNO
Prodotti efficaci e sicuri per passare in salute i mesi invernali!

Ti è piaciuto questo articolo? Allora fallo leggere anche ai tuoi amici!
Condividilo sui social e metti un “mi piace” al nostro profilo!

Condividi Articolo

Lascia un commento