PROSTATITE? ECCO COSA FARE

La prostatite è l’infiammazione della prostata, la ghiandola (presente solo nei maschi) situata subito sotto la vescica. La funzione della prostata è quella di produrre parte del liquido seminale: non gli spermatozoi, che vengono prodotti dai testicoli, ma sostanze fondamentali per la loro sopravvivenza e qualità. Ecco perché una infiammazione importante della ghiandola prostatica può comportare, oltre a una serie di sintomi fastidiosi e invalidanti, anche problemi di infertilità.

Esistono tre principali categorie di prostatite: la prostatite acuta, la prostatite cronica batterica e la prostatite cronica abatterica, chiamata anche sindrome dolorosa pelvica cronica.
Vediamo, una per una, quali sono i sintomi, le cause e le terapie.

Prostatite acuta

Nella prostatite acuta i sintomi sono improvvisi ed intensi: dolore all’area pelvica o rettale, necessità di urinare di frequente, dolore/bruciore alla minzione, disturbi dell’erezione, eiaculazione precoce, febbre e malessere generale. Dalle analisi delle urine emergono grandi quantità di batteri (quello riscontrato più di frequente è Escherichia coli) e leucociti (globuli bianchi).

La causa della prostatite acuta è un’infezione batterica della ghiandola prostatica. L’infezione di norma si risolve completamente e senza strascichi con una terapia antibiotica di circa due settimane.

Prostatite cronica batterica

Anche in questo caso si ha un’infezione della prostata, con presenza di batteri nelle urine. Ma rispetto alla prostatite acuta i sintomi sono più lievi, di norma non c’è febbre, e si verificano frequenti recidive. Infatti, nonostante la terapia antibiotica faccia scomparire i sintomi nella maggior parte dei casi, quattro pazienti su dieci hanno ricadute entro 6 mesi.

Si pensa che le recidive siano dovute al fatto che, nell’intervallo tra gli episodi sintomatici, piccole colonie batteriche che hanno resistito all’azione degli antibiotici permangono, in forma silente, all’interno della prostata.

Prostatite cronica abatterica/Sindrome dolorosa pelvica cronica

In questa categoria rientra la maggior parte dei casi di prostatite, e purtroppo si tratta anche della forma più difficile da trattare. I sintomi della prostatite cronica abatterica sono gli stessi di quella cronica batterica, ma in questo caso né le analisi delle urine né quelle delle secrezioni prostatiche evidenziano la presenza di batteri.

Qual’è allora la causa dell’infiammazione?
I medici non lo sanno ancora con esattezza, ma esistono diverse ipotesi. Vediamo le più accreditate, ricordando che probabilmente non c’è una sola causa, ma diverse concause che contribuiscono in maniera differente ai singoli casi di prostatite.

Infezioni occulte

Molti esperti pensano che i batteri siano presenti anche in questa forma di prostatite, ma che non vengano rilevati dalle normali analisi o perché in numero troppo ridotto, o perché si tratta di specie difficili da osservare o che normalmente non vengono ricercate. E in effetti studi scientifici mostrano che, facendo analisi più approfondite, si scopre la presenza di batteri in molti pazienti con prostatite cosiddetta abatterica. Ma da altri studi emerge che i batteri possono essere presenti anche in individui completamente asintomatici. Si pone quindi la domanda se questi batteri siano in grado, da soli, di generare la sintomatologia. Nel dubbio comunque molti uomini affetti da prostatite vengono trattati con antibiotici anche quando dalle analisi non emerge la presenza di batteri, e in parecchi casi la terapia antibiotica dimostra una certa utilità.

Autoimmunità

Un’altra ipotesi sull’origine della prostatite cronica abatterica è che una reazione immunitaria anomala e incontrollata determini l’infiammazione cronica della ghiandola. A dare il via a questa reazione autoimmunitaria potrebbe essere, nei pazienti predisposti, la presenza di batteri, anche in quantità molto piccola e tale da non creare problemi alla maggior parte degli individui.

Reflusso di urina

I dotti prostatici sono quei minuscoli canali che trasportano fino all’uretra le secrezioni prodotte dalla prostata, le quali poi entreranno a far parte del liquido seminale. Ma i dotti possono anche essere percorsi in senso inverso dall’urina, soprattutto quando c’è qualche ostacolo al suo normale deflusso (ad esempio ipertrofia prostatica). Il contatto con l’urina, a causa delle sostanze irritanti che questa contiene, può infiammare la prostata e concorrere all’insorgenza di prostatiti.

Ipertono del pavimento pelvico

Spesso gli uomini che soffrono di sindrome dolorosa pelvica cronica mostrano un ipertono, cioè una eccessiva contrazione, dei muscoli del pavimento pelvico. La muscolatura eccessivamente contratta può ostacolare il completo svuotamento della vescica e il flusso dell’urina, determinando nel tempo problemi alla prostata. Ma è vero anche il viceversa: la prostata infiammata può stimolare una risposta di spasmo muscolare, la quale di per sé provoca dolore. In entrambi i casi, molti pazienti con prostatite cronica abatterica hanno beneficio da una terapia di riabilitazione del pavimento pelvico che li aiuti a rilassare la muscolatura.

prostatite

Prostatiti: la natura ci viene in aiuto

Le prostatiti, soprattutto quelle croniche, sono spesso di difficile trattamento. Alcune sostanze naturali però possono dare un valido aiuto: vediamo quali.

  • Serenoa repens
    È la pianta più nota e utilizzata per il benessere della prostata. Oltre al suo ben consolidato impiego in caso di ipertrofia prostatica benigna, studi scientifici mostrano che la Serenoa è in grado di alleviare anche i sintomi della prostatite.

  • D-Mannosio
    Il D-Mannosio è uno zucchero naturale che impedisce ai batteri di aderire alle pareti della vescica, mantenendo pulite le vie urinarie ed evitando infezioni.

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