RISCHIO CARDIOVASCOLARE: IL TUO CUORE È A RISCHIO?

Colesterolo ma non solo: quali sono i fattori che incidono sul rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, e come calcolare il tuo rischio cardiovascolare? Ne parliamo in questo articolo.

rischio cardiovascolare

I fattori che incidono sul rischio cardiovascolare

Sappiamo bene che valori di colesterolo troppo elevati aumentano il rischio di soffrire di patologie dell’apparato cardiocircolatorio: infarto e ictus in primis. Ma il colesterolo non è l’unico fattore che incide sul rischio cardiovascolare.

I numeri da prendere in considerazione per stimare il rischio cardiovascolare sono otto:

  1. Colesterolo totale. Si calcola sommando colesterolo “buono” (HDL), colesterolo “cattivo” (LDL) e 20% dei trigliceridi. Fino a 200 mg/dl è considerato nella norma, tra 200 e 240 borderline, mentre oltre i 240 decisamente alto.

  2. Colesterolo HDL. È il cosiddetto colesterolo “buono”, quello che non si deposita sulle pareti dei vasi ma viene portato al fegato per essere distrutto. Più è alto, minore è il rischio cardiovascolare: valori maggiori di 60 mg/dl sono ideali, tra 60 e 40 buoni, mentre sotto i 40 troppo bassi.

  3. Colesterolo LDL. È il cosiddetto colesterolo “cattivo”, ossia quello che può formare placche all’interno dei vasi sanguigni. Nella popolazione generale dovrebbe essere inferiore a 160 mg/dl, ma i valori raccomandati variano a seconda della situazione. Se soffri già di malattie cardiache o diabete dovresti mantenere l’LDL sotto a 100. Mentre se hai altri fattori di rischio, ma meno importanti, bene sotto a 130.

  4. Trigliceridi. Sono i principali costituenti del grasso corporeo, con funzioni quindi di riserva energetica, e vengono per la maggior parte introdotti con la dieta. Se in eccesso, anche i trigliceridi possono aumentare il rischio cardiovascolare. Fino a 150 mg/dl sono considerati normali, tra 150 e 200 al limite, mentre oltre 200 alti.

  5. Pressione sanguigna. Una pressione sanguigna troppo elevata causa irrigidimento e ispessimento delle arterie, contribuendo allo sviluppo di aterosclerosi. La pressione ottimale è inferiore a 120 mmHg per la massima, e a 80 mmHg per la minima. Ogni 20 mmHg in più per la pressione massima, e ogni 10 mmHg in più per la pressione minima, il rischio cardiovascolare raddoppia.

  6. Glicemia. È il valore di zucchero (glucosio) nel sangue e risulta particolarmente elevata nei soggetti diabetici. Diabete, glicemia alta e anche solo insulino-resistenza (la condizione in cui il corpo è costretto a produrre più insulina per mantenere la glicemia nella norma) sono tutti fattori che aumentano il rischio cardiovascolare. La glicemia a digiuno dovrebbe essere inferiore a 100 mg/dl.

  7. Indice di massa corporea. Sovrappeso e obesità incidono in grande misura sul rischio cardiovascolare. Si misurano con l’indice di massa corporea: tra 18,5 e 25 normopeso, tra 25 e 30 sovrappeso, oltre 30 obeso.

  8. Circonferenza vita. Non conta solo quanto grasso abbiamo, ma anche dove è distribuito. Il grasso viscerale, quello che si concentra attorno agli organi dell’addome, è quello più dannoso: per questo motivo il rischio cardiovascolare aumenta quando il girovita supera i 102 cm per gli uomini e i 90 cm per le donne.

Oltre a questi otto numeri, altri fattori importanti per determinare il rischio cardiovascolare sono l’età e il sesso (l’infarto è più frequente tra i 50 e i 60 anni, e fino alla menopausa le donne hanno un rischio inferiore rispetto agli uomini), la storia famigliare (se ci sono casi di ipercolesterolemia, infarti o ictus è meglio fare controlli più ravvicinati) e il fumo, che abbiamo citato per ultimo ma è uno dei fattori che pesano di più.

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