In Italia sono ancora poco conosciute, ma spopolano negli Stati Uniti, dopo che gli chef californiani le hanno “scoperte” negli anni ’80. Sono le microverdure, o all’inglese microgreens: verdure giovanissime, raccolte non appena sono spuntate le prime foglie e le piantine misurano appena 3-8 cm di altezza.
Le microverdure sono lo stadio di crescita immediatamente successivo ai germogli. La differenza è che i germogli non hanno foglie vere ma solo i due cotiledoni (la prima coppia di foglie embrionali), e vengono raccolti dopo 2-7 giorni dalla germinazione, contro i 7-21 giorni delle microverdure. Inoltre, mentre dei germogli si mangiano anche le radichette, delle microverdure sono commestibili solo gli steli e le foglie.
Quasi tutti gli ortaggi che consumiamo abitualmente sono adatti a diventare microverdure: cavoli, broccoli, ravanelli, rucola, lattuga, cicoria, radicchio, carota, sedano, finocchio, cipolla, bietola, spinaci, zucchine, barbabietola… Ma anche quinoa e amaranto, legumi come piselli, ceci e lenticchie, e cereali come grano, orzo, riso, avena, mais. Praticamente tutti i vegetali commestibili, con l’unica eccezione delle solanacee (patate, pomodori, melanzane, peperoni).
Spesso le microverdure sono molto saporite, con un gusto speziato e pungente o leggermente agro o amaro. In alcuni casi hanno colori smaglianti, perfetti per decorare i piatti. Ma ciò che le rende davvero interessanti è che le microverdure sono una fonte concentrata di sostanze nutritive: vitamine, minerali, antiossidanti sono infatti presenti in quantità superiore rispetto alla pianta adulta. Uno studio scientifico ha accertato che ne contengono, a seconda della specie, dalle 4 alle 40 volte di più!
E, se è vero che in Italia non è facile trovarle al supermercato o dal fruttivendolo, in compenso è facilissimo autoprodurle, il che è ancora meglio: in questo modo avremo a disposizione in ogni momento un superfood economico, sempre fresco e privo di pesticidi, conservanti e altre sostanze chimiche. Basta un contenitore poco profondo (possiamo posizionarlo all’esterno o anche dentro casa, davanti a una finestra), un po’ di terra, acqua e luce, e nel giro di poche settimane avremo il nostro raccolto, sano e bello!
A questo punto non ci resta che mangiare le nostre microverdure, preferibilmente crude: in insalata, al posto della lattuga nei panini, per guarnire frittate, zuppe e altri piatti caldi, o persino come ingredienti di frullati e succhi. Buon appetito!
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