La terapia farmacologica di solito prevede l’uso di antiacidi o inibitori di pompa protonica. Questi ultimi, in particolare, possono avere effetti collaterali non da poco, come disbiosi intestinale e riduzione dell’assorbimento di alcune vitamine e minerali (ne abbiamo parlato dettagliatamente in questo articolo).
Ma sapevi che anche i probiotici possono essere d’aiuto?
Spesso si pensa che i probiotici agiscano solo a livello intestinale; invece gli studi scientifici dimostrano che la loro azione positiva si esplica anche nel tratto superiore dell’apparato digerente. A livello dello stomaco, ad esempio, questi “batteri buoni” possono regolare la produzione di acido e migliorare la digestione, accelerando di conseguenza lo svuotamento gastrico. Possono poi agire direttamente sulla mucosa dell’esofago, riducendo l’infiammazione e diminuendo la permeabilità dell’epitelio, rendendo quindi più efficiente la sua funzione di barriera.
I risultati? Secondo una recente revisione della letteratura scientifica, ben il 79% degli studi che hanno testato l’utilizzo di probiotici in pazienti con reflusso gastroesofageo riportano risultati positivi in termini di uno o più di questi sintomi:
- riduzione del rigurgito
- riduzione del bruciore di stomaco
- riduzione del dolore, addominale o epigastrico
- riduzione di nausea e vomito
- riduzione di gonfiore e pesantezza di stomaco
- riduzione delle eruttazioni
- miglioramento della digestione
Inoltre, se sei in terapia con inibitori di pompa protonica, è ancora più importante assumere probiotici per proteggerti dalla disbiosi e dalla proliferazione di batteri patogeni che si associa all’assunzione di questi farmaci, e mantenere o ristabilire l’eubiosi intestinale.