L’alimentazione, come ben sappiamo, è uno dei fattori che maggiormente influenzano la nostra salute.
Ma – e questo forse è un argomento meno noto – le scelte alimentari hanno un impatto enorme anche sull’ambiente.
La FAO avverte, per esempio, che il settore dell’allevamento, compresa la coltivazione di vegetali destinati al nutrimento degli animali, è responsabile dell’emissione di enormi quantità di gas serra (colpevoli dei cambiamenti climatici), della maggior parte dello sfruttamento delle terre del pianeta, e rappresenta la principale fonte di inquinamento delle acque. Il trasporto di alimenti da una parte all’altra del globo contribuisce anch’esso all’inquinamento e alle emissioni di CO2. Immense quantità di materiali plastici vengono prodotte, e devono poi essere smaltite, per realizzare gli imballaggi alimentari. Ci sono poi Paesi in cui le colture intensive, realizzate principalmente per soddisfare le richieste del mercato occidentale (banane, olio di palma, quinoa…), stanno letteralmente distruggendo interi ecosistemi e società umane a causa dello sfruttamento della terra e del lavoro. E questi sono solo alcuni esempi all’interno di un quadro estremamente complesso.
È necessario e urgente prendere consapevolezza dell’impatto che la nostra alimentazione ha sull’ambiente e su molte società umane, e orientarci con le nostre scelte verso modelli alimentari che siano non solo sani ma anche sostenibili.
Come fare?
Un aiuto arriva da Greenpeace: l’associazione ambientalista ha pubblicato un decalogo di consigli che aiutano a capire quali siano le scelte alimentari più amiche del clima e del pianeta (il documento originale si può scaricare qui: https://storage.googleapis.com/planet4-italy-stateless/2019/11/a6d03e0b-ecomen%C3%B9_greenpeace.pdf).
Vediamoli uno per uno.
1. FRUTTA E VERDURA.
Meglio scegliere quella di stagione, prodotta localmente e biologica.
2. CARNE.
Il consiglio di Greenpeace è di limitarne il consumo a una/due porzioni a settimana (quantità che, se integrata con le proteine di origine vegetale, è perfettamente compatibile con una dieta bilanciata). Bisogna sottolineare che in Italia non esiste l’obbligo di specificare il metodo di allevamento in etichetta, quindi l’unico modo per scegliere carne proveniente da allevamenti non intensivi – che garantiscono un prodotto più sano, un minor impatto ambientale e un maggior benessere degli animali – è acquistare da produttori che si conoscono direttamente, ad esempio attraverso i gruppi di acquisto solidali (GAS).
3. UOVA.
Meglio scegliere quelle biologiche, riconoscibili dal fatto che il codice stampato su ogni singolo uovo comincia con il numero “0”. “3” indica galline allevate in gabbia, “2” allevamenti senza gabbie (a terra), ma intensivi e al chiuso, “1” all’aperto ma pur sempre intensivi. Attenzione: diciture come “prodotto di cascina” o “come da tradizione” non significano nulla e non danno nessuna informazione sul metodo di allevamento!
4. LATTE E LATTICINI.
Il consiglio di Greenpeace è di limitarne il consumo settimanale a 600 g, privilegiando i prodotti provenienti da allevamenti ecologici. Questo tipo di allevamento infatti garantisce che gli animali siano allevati all’aperto, con rispetto e senza sofferenze, con un’alimentazione basata principalmente sul pascolo e sui residui agricoli, e che il terreno utilizzato per la loro alimentazione non sia stato sottratto alla produzione alimentare.
5. PESCE.
Qui occorre informarsi per imparare a riconoscere il pesce di stagione, locale e pescato in modo artigianale, piuttosto che allevato o pescato con metodi distruttivi.
6. SOTTOCOSTO.
Massima attenzione ai cibi a basso costo. Spesso comportano sfruttamento dei lavoratori, aste al ribasso sui prezzi e un uso massiccio di erbicidi, insetticidi e fertilizzanti.
7. MODE INSOSTENIBILI.
Spesso i prodotti esotici, come avocado, banane e quinoa, sono il frutto di monocolture estensive che nei Paesi di origine si espandono a discapito delle foreste e dei diritti umani. Meglio scegliere alternative locali e ugualmente salutari.
8. PROTEINE VEGETALI.
Sono un’ottima alternativa alla carne, che permette di ridurne drasticamente il consumo. Anche in questo caso occorre un minimo di informazione per imparare a conoscerle. Le fonti principali di proteine vegetali sono legumi, frutta secca e cereali; se abbinate correttamente (ad es. cereali + legumi) hanno lo stesso valore nutrizionale delle proteine animali.
9. IMBALLAGGI.
Se possibile è sempre meglio acquistare i prodotti sfusi, portando sempre con sé la borsa della spesa. Quella della plastica è infatti un’emergenza mondiale.
10. CIBI PROCESSATI.
Qui può aiutarci la famosa frase dell’ambientalista Micheal Pollan: “Non mangiare nulla che tua nonna non riconoscerebbe come cibo”. Infatti il cibo industriale, ultra processato e confezionato, ha spesso un basso valore nutrizionale e non è amico dell’ambiente e della salute. La scelta più corretta è la dieta mediterranea, intesa come un’alimentazione basata su cereali, legumi e verdura, integrata da un consumo moderato di pesce e carne, con l’olio d’oliva come condimento base.
Con le scelte corrette possiamo fare molto sia per la nostra salute che per l’ambiente; e spesso (la cosa ti stupisce?) i due aspetti vanno di pari passo.
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