TRIGLICERIDI ALTI: CAUSE, RISCHI E COME ABBASSARLI

Attenzione ai trigliceridi alti! Un eccesso di questi lipidi nel sangue aumenta il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari ed epatiche. In questo articolo vediamo cosa sono i trigliceridi, cosa succede quando aumentano troppo, e come riequilibrare la situazione.

Trigliceridi è sinonimo, semplicemente, di “grassi”.

I grassi vengono chiamati tecnicamente trigliceridi perché sono costituiti da tre molecole di acidi grassi legati a una molecola di glicerolo. Gli acidi grassi, poi, possono essere di diverso tipo, e questo differenzia i trigliceridi gli uni dagli altri (ad es. saturi o insaturi, a catena corta o lunga, omega 3 o omega 6, eccetera).

I trigliceridi presenti nel nostro organismo derivano, direttamente o indirettamente, dall’alimentazione. Direttamente, quando consumiamo alimenti ricchi di grassi. Indirettamente perché, ogni volta che consumiamo più calorie di quelle che ci servono nell’immediato, il nostro corpo è in grado di trasformare l’eccesso in grassi, che poi vengono immagazzinati come riserva energetica da utilizzare al bisogno.

I trigliceridi infatti sono i principali costituenti del tessuto adiposo, poiché qui si accumulano, all’interno delle cellule che lo compongono (adipociti). Quando l’organismo lo richiede, poi, gli adipociti prelevano gli acidi grassi contenuti nei trigliceridi e li rilasciano nel sangue. Tramite la circolazione questi raggiungono i muscoli e il fegato, e in questi organi vengono “bruciati” (più propriamente: ossidati) allo scopo di produrre energia. Gli acidi grassi rappresentano una fonte di energia particolarmente concentrata: un grammo di grassi produce infatti 9 kcal, più del doppio di quelle fornite dai carboidrati!

Trigliceridi alti e rischio cardiovascolare

Più la trigliceridemia è bassa, meglio è. Non esistono infatti rischi associati a valori “troppo” bassi di trigliceridi nel sangue. Bisogna cominciare a preoccuparsi, invece, quando i trigliceridi superano i 150 mg/ml: tra 150 e 200 sono considerati borderline, oltre i 200 mg/ml decisamente alti.

È noto da tempo che un livello troppo elevato di trigliceridi nel sangue contribuisce ad aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. L’ipertrigliceridemia predispone infatti ad aterosclerosi, una situazione in cui le arterie diventano più rigide e sulle loro pareti interne si formano placche che possono ostruire la circolazione sanguigna.

Ma, rispetto a quello giocato dal colesterolo, il ruolo dei trigliceridi è stato per molto tempo trascurato. I farmaci d’elezione per i pazienti con dislipidemia (cioè alterati valori di lipidi nel sangue, tra cui anche i trigliceridi troppo elevati) sono sempre stati le statine, molto efficaci nel riequilibrare il colesterolo ma meno nei confronti dei trigliceridi.

Negli ultimi anni però questa visione sta cambiando. Studi scientifici hanno dimostrato, ad esempio, che una fetta importante di pazienti il cui colesterolo è ben controllato grazie alle statine continua a sviluppare complicanze cardiovascolari, e questo rischio residuo può essere attribuito proprio all’eccesso di trigliceridi. Di contro, nei soggetti a rischio (diabetici oppure con sindrome metabolica), abbassare i trigliceridi significa ridurre anche la probabilità di patologie cardiovascolari.

Senza contare che l’ipertrigliceridemia rappresenta un fattore di rischio non solo per l’apparato cardiocircolatorio, ma anche per il fegato e il pancreas!

Eccessivi livelli di trigliceridi possono infatti causare steatosi epatica (fegato grasso), una condizione in cui il fegato non riesce a smaltire l’eccesso di trigliceridi, che si accumulano all’interno delle cellule epatiche. In un numero non irrilevante di casi questa malattia può creare infiammazione e anche danni permanenti al fegato.

Quando i trigliceridi sono molto alti (in genere superiori a 1000 mg/ml) c’è anche il rischio di sviluppare pancreatite, una seria infiammazione del pancreas.

trigliceridi alti

Trigliceridi alti, le cause

Come abbiamo visto, i trigliceridi presenti nel nostro organismo provengono essenzialmente dall’alimentazione, dunque una dieta squilibrata (troppo ricca di grassi e/o zuccheri e carboidrati raffinati, o semplicemente ipercalorica) è la principale causa di ipertrigliceridemia.

Ma anche altri fattori causano un aumento dei trigliceridi nel sangue:

  • il fumo
  • il consumo di alcol
  • la sedentarietà
  • il sovrappeso e l’obesità
  • l’assunzione di certi farmaci (i più comuni: pillola anticoncezionale, cortisonici, beta-bloccanti).

In alcuni casi (molto pochi, per la verità) valori eccessivi di trigliceridi sono causati da una malattia ereditaria. Si parla in questo caso di ipertrigliceridemia familiare.

Come ridurre i trigliceridi alti

Da quanto abbiamo appena detto segue che per abbassare la trigliceridemia occorre anzitutto modificare alimentazione e stile di vita. Smettere di fumare, limitare molto gli alcolici, fare attività fisica sono semplici azioni che tutti dovremmo implementare nella nostra vita. L’alimentazione dovrebbe limitare i grassi (tranne gli Omega 3, che come vedremo sono invece benefici) e gli zuccheri semplici, e preferire i carboidrati integrali a quelli raffinati.

Uno dei modi più semplici, naturali e sicuri per abbassare la trigliceridemia è poi l’assunzione di Omega 3. Questi grassi, naturalmente presenti soprattutto nei pesci e nelle alghe, se assunti al giusto dosaggio sono infatti in grado di (quasi) dimezzare il valore dei trigliceridi!

I meccanismi attraverso cui gli Omega 3 sono in grado di ridurre la trigliceridemia sono diversi. EPA e DHA, i due principali Omega 3 presenti negli organismi marini, agiscono a livello epatico riducendo la sintesi delle VLDL, le lipoproteine che trasportano i trigliceridi nel sangue: ne consegue una ridotta immissione di trigliceridi nel circolo sanguigno. Inoltre questi Omega 3 stimolano l’attività di un enzima che elimina i trigliceridi dal sangue scomponendoli in glicerolo e acidi grassi.

Il dosaggio di Omega 3 necessario per ridurre la trigliceridemia va dai 2 ai 4 grammi di EPA/DHA al giorno.

Importante sottolineare che gli Omega 3 non solo riducono la tragliceridemia, ma incidono positivamente anche su altri importanti fattori di rischio cardiovascolare: normalizzano la pressione arteriosa e il battito cardiaco, riducono il colesterolo cattivo, hanno effetto antinfiammatorio e contrastano la formazione di trombi.

Se assumi Omega 3 per abbassare i trigliceridi, dunque, otterrai anche tutti questi vantaggi aggiuntivi!

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