DEPRESSO? IL TUO CUORE È A RISCHIO

Pochi lo sanno, ma la depressione è uno dei fattori che aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.

Le malattie cardiovascolari sono patologie multifattoriali, ossia determinate non da una singola causa ma da molti fattori che interagiscono tra loro. Alcuni fattori pesano di più, altri meno. Tra i fattori più “pesanti” ci sono le dislipidemie, il fumo, il diabete, l’ipertensione. Anche lo stress predispone all’insorgenza di malattie cardiovascolari, così come un’alimentazione squilibrata e l’assenza di attività fisica. Ma pochi sanno che tra i fattori di rischio cardiovascolare figura anche la depressione.

In realtà questo collegamento è noto già da una ventina di anni, anche se ancora oggi spesso non gli viene dato il giusto riconoscimento. La relazione tra depressione e malattie cardiovascolari venne messa in luce per la prima volta nel 2004 dal celebre studio Interheart, una ricerca finanziata dall’OMS con lo scopo di identificare appunto i fattori di rischio cardiovascolare. Lo studio analizzò circa 30.000 persone provenienti da 52 diversi Paesi di tutti i continenti, concludendo che esiste una associazione tra depressione e infarto. La depressione risultò un fattore meno significativo rispetto allo stress persistente e ad altre condizioni più tipiche come dislipidemia, fumo, diabete e ipertensione; ma tuttavia della stessa importanza dell’obesità addominale.

Nel tempo altri studi hanno confermato questi risultati. Il più recente, uscito nel 2020, ha trovato che chi soffre di depressione ha il 20% in più di probabilità di sviluppare disturbi a carico del cuore e dei vasi sanguigni rispetto a chi non ne soffre. I dati indicano anche che più grave e lunga è la depressione, e più è probabile sviluppare disfunzioni cardiovascolari.

Degna di nota la scoperta che la depressione rappresenta un fattore di rischio particolarmente importante in un gruppo di persone altrimenti a basso rischio: i giovani, e in particolare le giovani donne. Secondo i risultati di uno studio condotto su soggetti under 40, infatti, le donne depresse hanno un rischio di malattie cardiovascolari 3 volte maggiore rispetto a quelle che non soffrono di depressione. E, considerando la sola cardiopatia ischemica, il rischio diventa addirittura 14 volte maggiore!

depressione e malattie cardiovascolari

Perché depressione e malattie cardiovascolare sono collegati

Ma perché chi è depresso può più facilmente andare incontro a problemi cardiovascolari?

In prima battuta i ricercatori hanno ipotizzato che la responsabilità fosse da attribuire allo stile di vita poco salutare delle persone depresse. La depressione, infatti, spesso si accompagna ad un’alimentazione disordinata, all’interruzione di qualsiasi attività fisica e ad una maggiore dipendenza da fumo e alcol. Ma questa possibilità è stata scartata, perché la correlazione tra malattie cardiovascolari e depressione rimane anche tra persone che hanno alimentazione e livelli di attività fisica, fumo e alcol simili.

Bisogna quindi pensare che il corpo della persona depressa vada incontro a modificazioni che risultano dannose per il sistema cardiovascolare.

Una di queste modificazioni potrebbe riguardare la variabilità della frequenza cardiaca. Di cosa si tratta? Un tempo si credeva che, a riposo, il battito del cuore fosse uniforme e regolare come un metronomo. In seguito le ricerche hanno messo in luce che, al contrario, l’intervallo di tempo tra un battito e l’altro varia in continuazione, anche se di poco. Questo fenomeno viene chiamato variabilità della frequenza cardiaca. E, forse controintuitivamente, è emerso che un corpo in salute è caratterizzato da un’ampia variabilità cardiaca (cioè da un battito molto irregolare), segno che il sistema nervoso autonomo funziona a dovere. Al contrario diverse condizioni patologiche sono associata a una riduzione della variabilità cardiaca: tra queste figurano anche depressione e infarto. Dunque la depressione farebbe diminuire la variabilità della frequenza cardiaca, e questo metterebbe il cuore a rischio.

Un altro punto in comune tra depressione e malattie cardiovascolari è l’infiammazione. Sia i depressi che i soggetti con elevato rischio cardiovascolare presentano elevati livelli di infiammazione, misurabili anche con semplici analisi del sangue come quella della proteina C-reattiva. Dunque problemi di cuore e depressione potrebbero avere alla base un simile meccanismo infiammatorio che si manifesta in due diversi apparati: il sistema cardiovascolare e il cervello.

Una relazione a due sensi

Se è ben dimostrato che la depressione rappresenta un rischio per cuore e arterie, vale anche la relazione inversa. Uno studio recentissimo suggerisce infatti che i disturbi metabolici aumentino il rischio di depressione. In particolare l’infiammazione collegata all’insulino-resistenza, estendendosi al cervello (neuroinfiammazione), ridurrebbe sia i livelli di serotonina che la formazione di nuovi neuroni e sinapsi: tutti processi associati alla presenza di depressione. Sulla base dei loro risultati, gli autori dello studio ipotizzano addirittura che possa esistere un sottotipo di depressione propriamente ‘metabolico’.

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