ALIMENTAZIONE E RITMO CIRCADIANO, OVVERO L’ORA GIUSTA PER MANGIARE

Che per mantenere la linea si debba prestare attenzione alla dieta e all’attività fisica è ben noto a chiunque; ma non tutti sanno che non importa solo quanto e cosa mangiamo, ma anche quando lo mangiamo. Lo conferma uno studio appena pubblicato, secondo il quale mangiare prima di dormire favorisce l’accumulo di grasso, e a lungo andare potrebbe causare sovrappeso e obesità. Vediamo i dettagli.

Ritmo circadiano e metabolismo
Così come giorno e notte si alternano nel mondo esterno, allo stesso modo anche all’interno del nostro organismo moltissime funzioni hanno un andamento ciclico durante le 24 ore: ad esempio il rilascio di ormoni, la pressione sanguigna, la temperatura corporea. È quello che viene definito ritmo circadiano.

Tra gli aspetti che cambiano ciclicamente nel corso delle 24 ore c’è anche il metabolismo: e in particolare il fatto che, per produrre energia, il corpo scelga di utilizzare carboidrati oppure grassi. Da studi di laboratorio sui topi sappiamo ad esempio che durante il sonno questi animali bruciano prevalentemente grassi. Per gli esseri umani vale lo stresso? E l’orario dei pasti è in grado di influenzare questo particolare aspetto del nostro ritmo circadiano?

L’esperimento
Queste sono le domande che si sono posti i ricercatori della Vanderbilt University di Nashville, Stati Uniti. Per rispondere hanno monitorato il metabolismo di sei persone 24 ore su 24 per due sessioni di due giorni ciascuna, controllandone allo stesso tempo l’alimentazione. Nella prima sessione i soggetti hanno consumato normalmente colazione, pranzo e cena. Nella seconda sessione hanno mangiato esattamente lo stesso in termini di quantità e qualità, con l’unica differenza che la colazione è stata sostituita da uno spuntino serale subito prima di dormire (in modo che le ore di digiuno fino al pasto successivo e le calorie complessivamente assunte durante la giornata sono rimaste le stesse).

I risultati? Durante la prima sessione, proprio come accade nei topi, i soggetti hanno bruciato prevalentemente carboidrati e proteine durante il giorno, e grassi durante la notte. Ma attenzione: lo spuntino notturno ha alterato questo naturale ritmo del metabolismo. Nella seconda sessione, infatti, anche durante la notte l’organismo ha continuato a bruciare carboidrati, consumando di conseguenza meno grassi – ovvero, accumulandone di più. I ricercatori hanno calcolato che, in media, per colpa dello spuntino notturno le persone hanno bruciato 15 grammi di grassi in meno al giorno: approssimativamente quelli contenuti in tre uova!

Effetti a lungo termine
L’esperimento è durato solo due giorni, ma cosa accadrebbe se l’abitudine di mangiare poco prima di dormire si prolungasse nel tempo? Ancora una volta possiamo farcene un’idea guardando agli esperimenti sui topi. Già alcuni anni fa è stato osservato che le conseguenze su questi animali di una dieta ad alto contenuto di grassi dipendono drasticamente dall’orario dei pasti. Se gli animali vengono nutriti solo durante la loro fase attiva della giornata (come accade in natura), riescono poi a smaltire i lipidi durante il sonno e a mantenere un peso normale; mentre se vengono nutriti durante la fase di riposo accumulano grasso e diventano obesi. Questo accade nonostante nei due casi gli animali introducano la stessa quantità di calorie e abbiano lo stesso livello di attività motoria, a sottolineare l’importanza dell’orario dei pasti.

Se, come tutto fa supporre, negli esseri umani le cose funzionano allo stesso modo, questo significa che i benefici di una dieta corretta e di una buona attività fisica potrebbero essere vanificati semplicemente mangiando agli orari sbagliati!

In sintesi: il nostro organismo è programmato per essere attivo e mangiare durante il giorno, e per riposare e digiunare di notte. Più ci accordiamo a questo ritmo naturale e più saremo in salute.

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