Uno studio scientifico molto recente mette in luce che la terapia ormonale per la menopausa potrebbe aumentare il rischio di sviluppare malattie autoimmuni.
In menopausa, la terapia ormonale sostitutiva resta il trattamento più efficace per contrastare le vampate e prevenire l’osteoporosi, tuttavia comporta rischi da non sottovalutare. Alcuni li conosciamo bene: aumenta, anche se di poco, la probabilità di sviluppare tumori estrogeno-dipendenti (cioè al seno, alle ovaie, all’endometrio) e ictus, e in modo più consistente aumenta il rischio di trombosi venosa.
Ma uno studio molto recente mette in luce un rischio finora poco conosciuto: la terapia ormonale sostitutiva potrebbe predisporre allo sviluppo di malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico e la sclerodermia.
Autoimmunità e donne
Le malattie autoimmuni sono decisamente più comuni nella popolazione femminile che in quella maschile, e spesso le donne che ne soffrono hanno riacutizzazioni in periodi caratterizzati da alti livelli ormonali, come la gravidanza.
La tendenza femminile a sviluppare malattie autoimmuni si può spiegare con l’influenza che gli ormoni estrogeni esercitano sul sistema immunitario. Gli estrogeni stimolano l’attività delle cellule immunitarie e la produzione di anticorpi, da un lato proteggendo le donne dalle infezioni, ma dall’altro mettendole maggiormente a rischio di patologie autoimmuni.
Dopo la menopausa però, quando gli ormoni sessuali diminuiscono di molto, l’effetto immunostimolante degli estrogeni scompare e la differenza tra uomini e donne per quel che riguarda l’autoimmunità comincia a ridursi.
Ma cosa succede se la donna assume una terapia ormonale sostitutiva?

Lo studio svedese su lupus e sclerodermia
È quello che si è chiesto un gruppo di medici svedesi. Si sono concentrati su due malattie autoimmuni, il lupus eritematoso sistemico e la sclerodermia, che in età fertile colpiscono quasi esclusivamente le donne.
Il lupus è un disordine autoimmune complesso caratterizzato da un’infiammazione cronica che può colpire molti organi e tessuti. I sintomi cambiano da persona a persona a seconda delle parti del corpo colpite, ma alcuni dei più comuni sono dolore/gonfiore alle articolazioni, stanchezza e malessere, febbre e un’eruzione cutanea rossa su naso e guance, detta anche eritema a farfalla per via della sua forma.
La sclerodermia è una malattia autoimmune che colpisce il tessuto connettivo, portando a un ispessimento e indurimento della pelle. Questo ispessimento può interessare anche gli organi interni, riducendo la loro funzionalità.
Gli autori dello studio hanno individuato tutte le donne svedesi che si erano ammalate di lupus o sclerodermia nel decennio tra il 2009 e il 2019, e le hanno confrontate con un gruppo di controllo formato da donne non affette da queste malattie. È risultato che l’utilizzo di terapia ormonale sostitutiva per la menopausa aumentava il rischio di sviluppare le due malattie autoimmuni, arrivando in certi casi fino a raddoppiarlo. I ricercatori citano anche alcuni studi precedenti da cui era emerso che, nelle donne che soffrono di lupus ma sono in remissione, la terapia ormonale poteva scatenare una riacutizzazione della malattia.
Come si può immaginare, gli estrogeni della terapia ormonale continuano a stimolare il sistema immunitario della donna, e quindi i rischi di sviluppare malattie autoimmuni, invece di ridursi come avviene naturalmente in menopausa, restano alti.
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Fonti scientifiche
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