RADICALI LIBERI E INVECCHIAMENTO: CONTRASTARE I RADICALI LIBERI PER VIVERE A LUNGO E IN SALUTE

I meccanismi che stanno alla base dell’invecchiamento sono oggetto di un’intensa ricerca scientifica. Sebbene stia diventando sempre più chiaro che l’invecchiamento è un processo multifattoriale, è ormai assodato che i radicali liberi e lo stress ossidativo vi giocano un ruolo chiave.

Radicali liberi e invecchiamento: nascita di una teoria

Oltre un secolo fa, agli inizi del ‘900, i naturalisti si resero conto che, spesso, gli animali con un metabolismo più rapido hanno una vita più breve: ossia invecchiano più in fretta. La ragione di ciò però era sconosciuta, né esistevano gli strumenti per indagarla.

Parallelamente, nel 1956, il chimico e medico statunitense Denham Harman propose una teoria dell’invecchiamento che per l’epoca era assolutamente audace. Harman immaginò che all’interno degli organismi viventi, come risultato della respirazione e delle sue reazioni chimiche che coinvolgono l’ossigeno, venissero generate molecole altamente reattive: i radicali liberi. Che queste molecole fossero capaci di danneggiare le cellule e i loro costituenti. E che l’accumularsi di questi danni fosse il responsabile dell’invecchiamento.

Oggi parlare di radicali liberi e invecchiamento è quasi una banalità; ma dobbiamo pensare che, all’epoca in cui questa teoria venne formulata, la scoperta che nella materia vivente effettivamente esistono sostanze simili era freschissima, e non si aveva nessuna idea di come si formassero né di quali fossero le loro conseguenze sugli organismi viventi. Per questo motivo la teoria dell’invecchiamento di Harman venne accolta con parecchio scetticismo. Una prima conferma arrivò con l’individuazione, nel 1969, dell’enzima superossido dismutasi: una molecola presente in tutte le cellule di (quasi) tutti gli organismi esposti all’ossigeno – dai batteri agli esseri umani – la cui funzione è disattivare il pericoloso radicale superossido.

Era il primo passo nella scoperta del complesso armamentario di antiossidanti di cui tutti gli organismi che respirano ossigeno sono dotati. Dall’ossigeno infatti, come aveva intuito Harman, si formano radicali liberi che distruggerebbero la cellula se non fossero rapidamente eliminati. Gli antiossidanti hanno l’indispensabile funzione di neutralizzare queste pericolose molecole, rendendo possibile la vita in presenza di ossigeno.

L’importanza dei mitocondri (ma non solo)

Ma siamo partiti dall’osservazione che, di norma, le specie animali con un metabolismo più rapido hanno una vita più breve. Cosa ha a che vedere questo con i radicali liberi?

La risposta arriva nel 1979, con la scoperta fondamentale che la principale fonte di radicali liberi nell’organismo sono i mitocondri. I mitocondri sono le centrali energetiche della cellula: al loro interno gli alimenti vengono bruciati per produrre energia. E la combustione necessita ossigeno. L’ossigeno che respiriamo, infatti, ha l’unica funzione di alimentare il “fuoco” mitocondriale: fuoco che genera l’energia necessaria al funzionamento dell’organismo, ma che inevitabilmente produce anche una certa quota di radicali liberi. Ecco allora il collegamento: più veloce è il metabolismo e più rapidamente lavorano i mitocondri, producendo più energia ma anche più radicali liberi.

Allora questo significa che la durata della nostra vita è determinata dalla velocità del nostro metabolismo?

radicali liberi e invecchiamento

Naturalmente le cose sono più complesse. Per cominciare, i mitocondri possono essere più o meno efficienti: un mitocondrio meno efficiente o non perfettamente funzionante, a parità di ossigeno consumato, genererà meno energia e più radicali liberi. Ci sono animali, come gli uccelli, la cui durata di vita è maggiore di quanto ci si aspetterebbe sulla base del solo metabolismo, e questo perché i loro mitocondri producono meno radicali liberi. Ma anche all’interno della stessa specie esistono variazioni individuali, e in parte è possibile controllare l’efficienza mitocondriale. Ad esempio una dieta ipercalorica intasa i mitocondri di carburante da bruciare, con la conseguenza che l’ossigeno viene utilizzato con meno efficienza e la produzione di radicali liberi aumenta. Al contrario pratiche come la restrizione calorica, il digiuno e il digiuno intermittente contribuiscono a mantenere ben funzionanti i mitocondri e a ridurre la produzione di radicali liberi.

In secondo luogo, oltre a quelli che si formano all’interno dell’organismo durante la produzione di energia, esistono anche fonti esterne di radicali liberi: ad esempio i raggi UV e altri tipi di radiazione, il fumo di sigaretta, certi farmaci, l’inquinamento atmosferico, le sostanze chimiche a cui siamo quotidianamente esposti (pesticidi, erbicidi, PFAS, bisfenoli, microplastiche, additivi alimentari…).

Infine, come abbiamo accennato, ogni organismo è dotato di difese antiossidanti e di meccanismi per riparare i danni causati dai radicali liberi, e questi possono essere più o meno efficaci. Può suonare sorprendente, ma il modo più semplice per potenziare le nostre naturali difese contro i radicali liberi è l’esercizio fisico! L’attività fisica infatti crea un picco nella produzione di radicali liberi, e questo stimola l’organismo a potenziare le proprie difese antiossidanti.

Oltre a quelli endogeni ci sono poi gli antiossidanti esterni, ossia molecole che introduciamo con l’alimentazione e che contribuiscono anch’esse a proteggerci dai radicali liberi. Si tratta per lo più di sostanze di origine vegetale come la vitamina C, i polifenoli, la vitamina E.

Contrastare i radicali liberi per rallentare l’invecchiamento e prevenire le malattie ad esso collegate

Il danno dovuto ai radicali liberi, ossia lo stress ossidativo, è quindi il risultato di diversi fattori:

  • produzione endogena di radicali liberi, collegata in buona parte alla funzionalità dei mitocondri
  • fonti esterne di radicali liberi
  • efficacia delle difese antiossidanti endogene
  • assunzione di antiossidanti esterni.

Oltre a influenzare l’invecchiamento, i danni da radicali liberi sono un fattore importante nello sviluppo di tutte le più importanti malattie dei giorni nostri: cancro, patologie cardiovascolari, metaboliche, neurodegenerative. Si tratta infatti di malattie che compaiono più di frequente in età avanzata, quando il carico di radicali liberi aumenta, e tipiche dello stile di vita moderno, dove purtroppo lo stress ossidativo è una costante.

Affrontare lo stress ossidativo è quindi una delle chiavi per vivere a lungo e in salute. E come possiamo farlo in pratica?

Una dieta sana e una regolare attività fisica sono la base, che ci aiuta a tenere sotto controllo la produzione endogena di radicali liberi e a mantenere attive le nostre difese. Ma al giorno d’oggi gli stimoli esterni capaci di aumentare lo stress ossidativo sono così tanti che le difese dell’organismo rischiano costantemente di essere sopraffatte. L’aiuto in più di cui abbiamo bisogno può arrivare, allora, dal giusto integratore naturale.

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