Le vampate comportano rischi per la salute? Vediamo cosa dicono in proposito gli studi scientifici.
Le vampate di calore della menopausa sono senza dubbio un disturbo fastidioso, anche invalidante quando sono molto frequenti o violente, ma di solito si pensa che non comportino rischi per la salute. Eppure i dati scientifici stanno mettendo sempre più in luce che esiste un collegamento tra le vampate e la salute cardiovascolare, metabolica e cerebrale della donna in menopausa.
Per comprendere perché dobbiamo fare un passo indietro.
Le vampate indicano un malfunzionamento dell’ipotalamo, l’area del cervello che regola tutte le attività neurovegetative, tra cui la temperatura corporea. Si tratta infatti, come abbiamo spiegato dettagliatamente in questo articolo, di eventi anomali di termoregolazione: l’ipotalamo pensa erroneamente che il corpo si stia scaldando troppo, e mette in atto tutte le misure necessarie per abbassare la temperatura.
Oltre ai sintomi della vampata, però, questa attivazione dell’ipotalamo crea anche altre conseguenze. L’ipotalamo è infatti il regista del cosiddetto asse dello stress: i segnali di allarme inviati da quest’area del cervello vengono captati dalla ghiandola ipofisi, la quale in risposta rilascia ormoni che attivano le ghiandole surrenali, e queste infine producono cortisolo, l’ormone dello stress. L’effetto finale di questa catena di eventi è che, ogni volta che c’è una vampata, i livelli di cortisolo nel sangue possono aumentare anche di quattro volte e restare elevati per alcune ore. Se questo processo si ripete più volte durante la giornata, la donna che soffre di vampate avrà il cortisolo stabilmente alto.
Con quali conseguenze? Il cortisolo è un ormone indispensabile e il suo aumento ci aiuta ad affrontare le situazioni di emergenza. Tuttavia, quando resta elevato troppo a lungo e senza che l’emergenza ci sia davvero, ha conseguenze deleterie per la salute: ad esempio innalza la pressione sanguigna e la glicemia, interferisce con la funzionalità cerebrale provocando problemi di memoria e concentrazione. Tutti segni ben noti dello stress cronico, e che si osservano anche nelle donne che soffrono di vampate particolarmente frequenti o violente.
Durante la vampata accade anche un altro fenomeno tipico della risposta di stress: l’attività del nervo vago diminuisce. È stato osservato, infatti, che la vampata si associa a una riduzione della Heart Rate Variability (variabilità della frequenza cardiaca), la quale misura appunto il tono vagale. L’attivazione del nervo vago controbilancia gli effetti dello stress, creando un senso di calma e rilassatezza, abbassando la pressione sanguigna e il battito cardiaco, ma ha anche l’effetto di inibire le risposte infiammatorie. Ecco perché una scarsa funzionalità di questo nervo, oltre ad impattare negativamente sul sistema cardiovascolare, contribuisce ad innalzare il livello di infiammazione dell’organismo. Con conseguenze negative che possono interessare virtualmente ogni organo.

A questo punto risultano più comprensibili i numerosi studi in cui la presenza, frequenza o severità delle vampate è risultata associata a:
- pressione arteriosa più elevata, sia in corrispondenza della vampata che in generale
- peggiore funzionalità endoteliale, cioè la capacità dei vasi sanguigni di modificare il proprio calibro in base alla necessità
- maggiore concentrazione sanguigna di molecole pro-trombotiche, cioè che favoriscono la coagulazione del sangue (questo fattore è collegato alla diminuita funzionalità endoteliale e attività del nervo vago)
- maggiori livelli di alcuni indici di infiammazione nel sangue
- maggiori livelli di insulino-resistenza.
È, poiché tutti i punti elencati sopra contribuiscono alla patogenesi delle malattie cardiocircolatorie e del diabete, non stupisce che diversi studi abbiano trovato appunto che le donne che soffrono di vampate corrano maggiori rischi di sviluppare diabete e patologie cardiovascolari, rischi che aumentano più le vampate sono frequenti, severe e più a lungo durano in termini di anni.
Inoltre si è osservato che le donne con vampate più frequenti hanno maggiori problemi di memoria, che potrebbero segnalare anche rischi più elevati di sviluppare demenza nei decenni successivi.
Le vampate dunque sono un sintomo da non sottovalutare. Anzitutto segnalano quelle donne che sono più a rischio di serie malattie, e che quindi dovrebbero sottoporsi a maggiori controlli e fare più attenzione alla prevenzione. In secondo luogo c’è la possibilità, anche se ancora da confermare, che trattare le vampate (non solo con la terapia ormonale, ma in qualunque modo efficace) possa di per sé ridurre i rischi per la salute femminile.
Per saperne di più: Menopausa: una dieta contro le vampate di calore
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Fonti scientifiche:
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