MICROBIOTA E CANCRO: UN COLLEGAMENTO TRA BATTERI VAGINALI E TUMORE ALLE OVAIE

La ricerca scientifica continua a scoprire sempre nuovi collegamenti tra microbiota e patologie, tra cui anche il cancro.

Quando l’insieme dei microrganismi che popolano l’organismo si trova in uno stato di squilibrio, infatti, diventa più probabile sviluppare svariate patologie. Per quanto riguarda il cancro sappiamo bene che il microbiota gioca un ruolo importante nell’insorgenza di alcuni tipi di tumore. Per esempio quello allo stomaco è favorito dalla presenza di Helicobacter pylori, mentre quello al colon da un consorzio di batteri tra cui Bacteroides fragilis, Fusobacterium nucleatum ed Escherichia coli.

Uno studio recente aggiunge un tassello a questo puzzle, dimostrando che esiste un collegamento tra microbiota vaginale e tumore alle ovaie. Lo studio, frutto della collaborazione di ricercatori inglesi, tedeschi, italiani, norvegesi e cechi, è il primo ad analizzare il microbiota vaginale di donne con tumore alle ovaie. Vediamo i dettagli.

microbiota e cancro

Microbiota vaginale e cancro alle ovaie

In Italia il cancro all’ovaio colpisce ogni anno circa 5000 donne, per la maggior parte di età superiore ai 50 anni. I principali fattori che aumentano il rischio di sviluppare questa patologia sono:

  • Familiarità. In particolare è stato osservato che alcune specifiche caratteristiche genetiche aumentano di ben 40 volte il rischio di cancro ovarico.
  • Infezioni e/o infiammazioni del tratto genitale superiore (utero, tube di Falloppio e ovaie).
  • Endometriosi.
  • Non aver avuto figli.

Gli autori si sono chiesti se anche il microbiota vaginale possa giocare un ruolo nello sviluppo del cancro alle ovaie. E per cominciare a rispondere a questa domanda hanno voluto verificare se le donne con questo tumore, o con elevato rischio di svilupparlo perché geneticamente predisposte, abbiano un microbiota vaginale alterato.

In 14 centri medici di diverse nazioni sono state reclutate circa 300 donne di età compresa tra 18 e 87 anni con tumore ovarico oppure con predisposizione genetica a svilupparlo. Il loro microbiota vaginale è stato analizzato e confrontato con quello di altrettante donne sane della stessa età.

Sappiamo che in condizioni di equilibrio la flora batterica vaginale è costituita prevalentemente da lattobacilli, che grazie alla produzione di acido lattico ed altre sostanze come l’acqua ossigenata proteggono la vagina e anche il tratto genitale superiore dalle infezioni. Se i lattobacilli diminuiscono, come può accadere in seguito all’utilizzo di antibiotici o con l’approssimarsi della menopausa, altri batteri normalmente minoritari prendono il loro posto. Si ha allora una situazione di disbiosi in cui la vagina, ma anche le vie genitali superiori, risultano maggiormente esposta al rischio di infezioni e infiammazioni.

I risultati della ricerca

Torniamo ora al nostro studio. I ricercatori hanno scoperto che sia nelle donne con cancro alle ovaie che in quelle geneticamente predisposte il microbiota vaginale risulta, molto più spesso che nelle donne sane, povero di lattobacilli. E questo è tanto più vero quanto più le donne sono giovani, perché con l’arrivo della menopausa i lattobacilli diminuiscono fisiologicamente e nella maggior parte dei casi questo non indica alcuna patologia.

Seconda osservazione importante, la correlazione tra disbiosi vaginale e tumore alle ovaie è indipendente dallo stadio della malattia. E questo fa supporre che la carenza di lattobacilli sia una causa del tumore e non una sua conseguenza, perché se si trattasse di una conseguenza ci aspetteremmo una progressiva riduzione dei lattobacilli man mano che il cancro si sviluppa.

Ma in che modo un microbiota vaginale alterato potrebbe favorire il tumore alle ovaie?
I meccanismi non sono ancora stati analizzati nel dettaglio. Gli autori comunque ipotizzano che batteri vaginali “cattivi”, non più tenuti a bada dai benefici lattobacilli, possano generare infiammazione e produrre tossine capaci di danneggiare il DNA delle cellule, promuovendo così lo sviluppo tumorale. Inoltre, da studi precedenti era emerso che le caratteristiche genetiche che predispongono all’insorgenza del tumore ovarico comportano uno squilibrio ormonale che crea un ambiente vaginale meno favorevole per i lattobacilli. Ecco perché la carenza di lattobacilli è frequente non solo tra le donne che hanno già sviluppato il tumore ma anche tra quelle geneticamente predisposte.

Concludendo

Dunque ecco il quadro che emerge dallo studio: un’alterazione del microbiota vaginale con carenza di lattobacilli—che sia dovuta a particolari caratteristiche genetiche o ad altri fattori, tra cui l’età—potrebbe favorire lo sviluppo del tumore alle ovaie. Si tratta di un’ipotesi affascinante. Se ricerche ulteriori la confermeranno, potrebbe aprirsi una nuova strada per la prevenzione del tumore all’ovaio: il riequilibrio del microbiota vaginale.

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