L’INVERNO SECONDO LA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE

Secondo l’antica filosofia che sta alla base della medicina tradizionale cinese, tutti i fenomeni dell’universo si compiono grazie all’alternanza degli opposti, alla loro interazione e trasformazione l’uno nell’altro: luce e buio, caldo e freddo, giorno e notte, e così via.
Al polo luce-caldo-giorno è stato dato il nome yang, mentre a quello buio-freddo-notte yin. L’essenza del cosmo è dunque un movimento incessante in cui gli opposti si rincorrono: mentre uno cresce l’altro cala, e viceversa; il momento in cui uno dei due raggiunge l’apice è anche quello in cui comincia a decrescere. Non è possibile immaginare una situazione in cui esista uno solo dei due poli, oppure in cui i due si trovino in equilibrio statico.

Tutto questo si esprime molto chiaramente nell’alternarsi delle stagioni. Nella tradizione cinese le stagioni hanno una decorrenza diversa rispetto alle nostre: la primavera comprende i mesi di febbraio, marzo e aprile; l’estate i mesi di maggio, giugno e luglio; l’autunno i mesi di agosto, settembre e ottobre; e l’inverno i mesi di novembre, dicembre e gennaio. In questo momento ci troviamo quindi nel mezzo dell’inverno; e ci avviciniamo al solstizio, il momento in cui l’energia yin, raggiunto il culmine (la notte più lunga), comincia a decrescere, e parallelamente l’energia yang, raggiunto il minimo, comincia a crescere (la durata del giorno, che finora era costantemente andata diminuendo, riprende ad aumentare).

Pur contenendo al suo interno questa dinamica, poiché non esiste nulla di statico, l’inverno è la stagione in assoluto maggiormente dominata dallo yin. Lo vediamo nella natura: in inverno il freddo e il buio raggiungono il loro massimo, così come la densità degli elementi – l’acqua gela, la terra diventa secca e dura.
Ma, se prestiamo attenzione, lo vediamo anche in noi stessi: abbiamo infatti meno voglia di uscire, di socializzare, tendiamo a dormire di più e a starcene in casa al caldo.

In una società che ci vorrebbe sempre attivi, produttivi e pieni di energia, spesso tutto questo è visto in maniera negativa e l’inverno è considerato una stagione triste.
Secondo gli antichi saggi cinesi invece si tratta di una fase non solo naturale ma indispensabile: le leggi della natura – che sono anche le leggi dell’uomo – vogliono che yin e yang si alternino incessantemente, e opporsi a questa alternanza, abbracciare uno solo dei due poli e volersi fermare lì, è contro natura e dunque genera problemi. È proprio la nostra parte più naturale e istintiva che d’inverno ci chiede di impigrirci un po’; per il nostro benessere e la nostra salute, la cosa migliore che possiamo fare è assecondarla.

La medicina tradizionale cinese sottolinea proprio l’importanza di accordare ai naturali ritmi delle stagioni le nostre attività, l’alimentazione, il sonno; tutto lo stile di vita insomma.
Proprio come fanno gli animali, la vegetazione, il cielo e la terra, anche noi dovremmo cambiare nel corso dell’anno.
Ecco allora che d’inverno occorre seguire la luce del sole nell’organizzazione delle attività e nel sonno: sfruttiamo le ore di luce per essere attivi, riposiamo quando fa buio; dormiamo di più, andando a letto prima e alzandoci più tardi.

È fondamentale proteggersi adeguatamente dal freddo, per evitare l’aggiuntivo dispendio di energia che l’organismo dovrebbe affrontare per riscaldarsi. Anche tramite l’alimentazione possiamo favorire il calore: evitiamo o limitiamo yogurt, latticini, frutta cruda, insalate o verdure crude, e tutte le bevande e i cibi freddi; sì invece a zuppe, verdure e frutta cotte, spezie, carni e bevande calde.

Le parole d’ordine dell’inverno sono chiudere e tesaurizzare. Questa è la stagione del riposo, il nostro livello di attività – anche fisica – dovrebbe diminuire. È appropriato anche un atteggiamento psicologico improntato all’interiorizzazione e all’introspezione; non sentiamoci in colpa a declinare qualche invito mondano e passare il tempo con i nostri cari.

Quali sono le conseguenze se non seguiamo questo insegnamento?
Gli antichi testi cinesi sono chiari: potremmo intaccare la nostra quintessenza vitale, la quota di energia che ereditiamo nel momento del concepimento e che sostiene il nostro sviluppo, la nostra salute e la nostra longevità. In termini moderni il rischio quindi è quello di accelerare il processo di invecchiamento, e si tratta di un rischio serio.

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