Da uno studio recente arriva la straordinaria scoperta che l’attività fisica può essere più o meno benefica a seconda del microbiota intestinale di chi la pratica.
L’attività fisica è una medicina potentissima e gratuita, capace di aumentare il benessere e prevenire molte malattie dei nostri tempi, prime fra tutte il diabete e le patologie cardiovascolari. D’altra parte sta diventando sempre più chiara anche l’importanza del microbiota intestinale nell’influenzare la nostra salute a 360 gradi.
C’è forse un collegamento tra questi due aspetti apparentemente lontanissimi? Stando alle ultime ricerche, sembra proprio di sì!
L’attività fisica plasma il microbiota intestinale
Parecchi studi scientifici hanno osservato che l’attività fisica è in grado di modificare la composizione e l’attività del microbiota intestinale di chi la pratica. Un punto su cui tutte le ricerche concordano è che l’attività fisica aumenta la produzione di acidi grassi a catena corta (in sigla SCFA, dall’inglese Short Chain Fatty Acids) da parte della microflora del colon.
Gli acidi grassi a catena corta (acetato, propionato e butirrato) sono sostanze che molti batteri intestinali – ma non tutti – producono in seguito prevalentemente alla fermentazione dei carboidrati che arrivano non digeriti fino al colon: si può trattare di fibre, ma anche di zuccheri che per qualsiasi motivo non vengano del tutto assorbiti a livello dell’intestino tenue, ad esempio il lattosio nelle persone che ne sono intolleranti. Li “digerisce” allora il microbiota del colon, trasformandoli, dopo complesse reazioni biochimiche, in acidi grassi a catena corta.
Gli zuccheri non possono essere assorbiti a livello del colon (e quindi se i batteri non li trasformano vengono semplicemente eliminati attraverso le feci), ma gli SCFA sì: entrano quindi in circolo, e l’organismo li brucia per produrre energia. In questo modo il nostro corpo riesce a ricavare calorie anche da alimenti che non è in grado di digerire, come le fibre, o che comunque per un motivo o per l’altro non è riuscito a digerire, e che altrimenti andrebbero sprecati. Gli scienziati infatti ritengono che sia proprio questo il motivo per cui l’esercizio fisico fa aumentare la produzione di acidi grassi a catena corta: a causa dello sport la richiesta di energia aumenta, e l’organismo cerca quindi di ricavarne dai cibi il più possibile.
Ma, oltre ad essere utilizzati come fonte energetica, gli SCFA hanno molte altre funzioni nell’organismo, di cui probabilmente conosciamo solo una parte. Per esempio contribuiscono al benessere dell’intestino e dell’intero organismo esercitando un’azione antinfiammatoria e preservando la corretta permeabilità intestinale, ma funzionano anche da messaggeri per regolare il metabolismo e persino l’attività del cervello. Sono dunque moltissimi gli aspetti su cui l’attività fisica può influire indirettamente attraverso l’aumentata produzione di queste sostanze multifunzionali.
Il microbiota intestinale determina gli effetti dell’attività fisica
Dunque l’attività fisica stimola cambiamenti positivi nel microbiota intestinale, e gli scienziati ipotizzano che siano proprio questi cambiamenti a determinare, almeno in parte, i benefici che l’attività fisica stessa ha sulla salute.
Ma andiamo a scavare ancora più a fondo. In realtà, infatti, l’attività fisica non ha gli stessi effetti su tutte le persone, soprattutto quando si cerca di utilizzarla come terapia in caso insulino-resistenza o diabete. Consideriamo ad esempio un gruppo di persone prediabetiche che inizino un identico programma di allenamento fisico: in alcune, grazie allo sport, la glicemia e l’insulino-resistenza miglioreranno, anche notevolmente (chiamiamoli, all’inglese, “responders”, cioè coloro che rispondono bene all’intervento terapeutico), mentre altre non vedranno nessun cambiamento in questi parametri e anzi potrebbero addirittura peggiorare (chiamiamoli “non responders”). Già da diversi anni i ricercatori che fanno questo genere di studi si sono resi conto che, rispetto all’attività fisica, ci sono sempre responders e non responders. Ma perché?
Una parte importante della risposta arriva da un bellissimo studio uscito di recente sulla rivista scientifica Cell Metabolism. Lo studio comincia esattamente come abbiamo descritto sopra: un gruppo di uomini prediabetici iniziano un identico programma di attività fisica. Dopo 3 mesi tutti hanno una piccola riduzione del peso e della massa grassa, ma per quanto riguarda i parametri metabolici la situazione è molto diversa: in circa due terzi dei partecipanti l’insulino-resistenza migliora notevolmente, mentre nel restante terzo non cambia affatto o addirittura peggiora leggermente. Fin qui niente di nuovo: responders e non responders.
Gli autori sospettavano che il microbiota intestinale potesse avere a che fare con questa differenza, pertanto hanno analizzato la sua composizione e le sue funzioni prima e dopo i 3 mesi di allenamento in tutti i partecipanti. Risultato: l’esercizio fisico ha modificato il microbiota, ma in modo diverso nei responders e nei non responders.
Nei responders i batteri intestinali hanno aumentato la loro attività cominciando a produrre più acidi grassi a catena corta, in linea con quanto delineato nella prima parte di questo articolo. Anche nei non responders i batteri sono diventati più attivi, ma al posto dei benefici SCFA hanno prodotto sostanze potenzialmente tossiche e infiammatorie. Nel primo caso i metaboliti del microbiota hanno notevolmente amplificato i benefici dell’attività fisica, nel secondo al contrario li hanno ridotti di molto.
Il motivo per cui i batteri intestinali hanno reagito all’attività fisica in due modi così diversi resta da chiarire. Gli autori però hanno scoperto che, già prima di iniziare l’allenamento, tra responders e non responders c’erano alcune differenze nella struttura del microbiota: differenze sottili, che probabilmente l’attività fisica ha amplificato e che alla fine hanno portato a due esiti opposti.
La speranza è che, in futuro, da una semplice analisi del microbiota intestinale si possano riconoscere in anticipo le persone per cui l’attività fisica sarà meno efficace, e intervenire sul loro microbiota in modo da risolvere il problema. Facendo sì che l’attività fisica diventi per tutti quella “cura miracolosa” che promette di essere.
Riequilibra il Microbiota Intestinale con un Probiotico di Alta Qualità!
NutraLabs ti propone
NATURAFLORA PLUS!
NATURAFLORA PLUS è il probiotico di nuova generazione con i ceppi di microrganismi ad oggi ritenuti più importanti per ripristinare e mantenere il benessere intestinale.
L’unico formulato e testato da un Naturopata con 20 anni di esperienza nell’integrazione per le problematiche intestinali! (chi è Milo Manfredini?)
Una sola capsula di NATURAFLORA PLUS contiene:
- 4 miliardi di Saccharomyces boulardii
- 2 miliardi di Lactobacillus plantarum
- 2 miliardi di Bifidobacterium longum
- 2 miliardi di Lactobacillus acidophilus
- 2 miliardi di Lactobacillus rhamnosus
NATURAFLORA PLUS è davvero benefico per l’intestino, e questo effetto si ripercuote positivamente su tutto l’organismo!
Disponibile nel formato da 30 o da 60 capsule vegetali.
Completamente privo di lattosio e di glutine.
Cosa aspetti?
Puoi acquistare NATURAFLORA PLUS in tutte le farmacie, oppure nel nostro sito in esclusiva a un PREZZO ECCEZIONALE!
Fonti scientifiche:
Fontana, F., Longhi, G., Tarracchini, C. et al. The human gut microbiome of athletes: metagenomic and metabolic insights. Microbiome 11, 27 (2023). https://doi.org/10.1186/s40168-023-01470-9
Allen, J. M., Mailing, L. J., Niemiro, G. M., Moore, R., Cook, M. D., White, B. A., … & Woods, J. A. (2018). Exercise alters gut microbiota composition and function in lean and obese humans. Med Sci Sports Exerc, 50(4), 747-57. https://doi.org/10.1249/MSS.0000000000001495
Liu, Y., Wang, Y., Ni, Y., Cheung, C. K., Lam, K. S., Wang, Y., … & Xu, A. (2020). Gut microbiome fermentation determines the efficacy of exercise for diabetes prevention. Cell Metabolism, 31(1), 77-91. https://doi.org/10.1016/j.cmet.2019.11.001
Ti è piaciuto questo articolo? Allora fallo leggere anche ai tuoi amici!
Condividilo sui social e metti un “mi piace” al nostro profilo!