Quando pensiamo alla vitamina D, la prima cosa che ci viene in mente è spesso la salute delle ossa. Ed è vero: questa vitamina è fondamentale per assorbire calcio e fosforo e costruire ossa forti. Ma le ricerche più recenti stanno rivelando un ruolo molto più ampio e sorprendente per la “vitamina del sole”, specialmente per il nostro intestino, che è un organo digestivo e immunitario incredibilmente complesso.
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Perché la Vitamina D è così importante per l’intestino?
Il nostro intestino è molto più di un semplice tubo digerente. È un vero e proprio “secondo cervello” e la sede principale del nostro sistema immunitario. Al suo interno vive una comunità enorme e vivace di microrganismi, il microbiota intestinale, che esercita un ruolo essenziale per la salute: ci aiuta a digerire il cibo, produce vitamine vitali e mantiene in equilibrio le nostre difese immunitarie.
Sia le cellule che compongono la mucosa intestinale sia le cellule immunitarie che risiedono nell’intestino possiedono sulla loro superficie un recettore specifico per la vitamina D. Quando questa vitamina si lega al proprio recettore, dà il via a un processo che va a influenzare l’espressione genica, cioè quali geni “si accendono” o “si spengono” all’interno della cellula. In questo modo la vitamina D è in grado di agire in profondità in quel delicato sistema che è l’intestino, influenzandone diversi aspetti. Vediamo quali.
Vitamina D e barriera intestinale
L’intero tubo digerente è rivestito da una parete sottile ma robusta, la barriera intestinale. Questa barriera ha il compito di far passare i nutrienti e bloccare le sostanze nocive, i batteri e le tossine. È composta da due strati:
- Strato di muco: una sorta di gel protettivo che riveste l’interno dell’intestino, prodotto da cellule specializzate chiamate “cellule caliciformi”. La vitamina D è coinvolta nel mantenere il muco intestinale spesso e funzionale, anche se in modo indiretto, influenzando i livelli di calcio, che sono cruciali per la produzione di muco da parte delle cellule caliciformi.
- Cellule epiteliali: queste cellule formano l’epitelio intestinale e sono unite tra loro da complessi di proteine detti “giunzioni strette”, come dei bottoni o delle zip che le tengono ben vicine le une alle altre. La vitamina D aiuta a mantenere queste giunzioni forti e integre, impedendo che l’intestino diventi troppo permeabile e che sostanze indesiderate passino nel sangue. Quando la vitamina D è carente la barriera epiteliale può indebolirsi, aumentando il rischio di infiammazioni e malattie.
Vitamina D e sistema immunitario
La vitamina D è un potente regolatore del sistema immunitario, e influenza molte cellule di difesa (es. macrofagi, cellule dendritiche, linfociti T e B). Agisce modulando l’infiammazione e la proliferazione cellulare. In pratica:
- Calma l’infiammazione: la vitamina D può ridurre la produzione di sostanze che scatenano l’infiammazione e aumentare quelle che la contrastano. Questo è cruciale per prevenire un’attivazione eccessiva del sistema immunitario che potrebbe provocare danni.
- Rinforza le difese: stimola la produzione di peptidi antimicrobici, sostanze dall’azione antibatterica che hanno un ruolo rilevante nel mantenere in equilibrio il microbiota intestinale.

Vitamina D e microbiota intestinale
La vitamina D ha un impatto notevole sulla composizione e sulla salute del microbiota intestinale, probabilmente grazie alla sua capacità di regolare le risposte immunitarie. Alcuni studi hanno dimostrato che l’integrazione di vitamina D può:
- Aumentare la biodiversità del microbiota: un microbiota più vario è un microbiota più sano.
- Favorire i batteri benefici: Sono stati osservati aumenti in generi come Bifidobacterium e Akkermansia, che sono associati a effetti protettivi.
- Ridurre i batteri potenzialmente dannosi: la vitamina D può anche aiutare a ridurre la presenza nell’intestino di batteri legati all’infiammazione, ad esempio Escherichia coli.
Vitamina D e malattie dell’intestino
Bassi livelli di vitamina D sono stati collegati a diverse malattie intestinali.
Ad esempio nelle malattie infiammatorie intestinali è logico aspettarsi che la vitamina D, con la sua influenza sull’infiammazione, abbia un ruolo. In effetti la carenza di questa vitamina è molto comune in chi soffre di morbo di Crohn o colite ulcerosa, ed è correlata a una maggiore attività della malattia, scarsa risposta al trattamento e rischi di recidiva più alti. Non solo: è stato anche osservato che spesso le cellule intestinali di questi pazienti hanno pochi recettori per la vitamina D. Gli studi mostrano inoltre che integrare la vitamina D può migliorare i sintomi e ridurre le ricadute.
Anche molti pazienti con sindrome dell’intestino irritabile hanno carenza di vitamina D, e livelli più bassi sembrano correlare con una maggiore gravità dei sintomi. E anche in questo caso l’integrazione può migliorare la sintomatologia.
Bassi livelli di vitamina D sono inoltre correlati a un maggior rischio di sviluppare diverticolite e cancro al colon. Nel caso del cancro si pensa che gli effetti protettivi della vitamina D siano in parte da imputare al ruolo che esercita nella riparazione del DNA delle cellule.
Integrazione di Vitamina D: cosa sapere
La vitamina D è sintetizzata nella pelle a seguito dell’esposizione al sole, e viene poi trasportata al fegato e ai reni per la trasformazione nella sua forma biologicamente attiva. Sebbene sia presente anche in alcuni alimenti (principalmente pesce grasso e funghi), la luce solare rimane di gran lunga la fonte primaria. Ma passiamo sempre meno tempo all’aria aperta, e inoltre, alle nostre latitudini, durante l’inverno la luce del sole non è abbastanza potente da permettere una sintesi importante di vitamina D. Ne consegue che la carenza di questa vitamina è estremamente comune, e molte persone devono ricorrere a un integratore.
Le evidenze scientifiche supportano, per trattare ma anche prevenire la carenza di vitamina D, l’assunzione di dosi fino a 2.000 UI al giorno. Ampi studi hanno dimostrato che questa dose è sicura e può essere assunta per diversi anni, anche da persone che inizialmente hanno livelli di vitamina D sufficienti.
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