COMPOSIZIONE DEL MICROBIOTA INTESTINALE, EUBIOSI E DISBIOSI

Il nostro intestino ospita una quantità quasi inimmaginabile di batteri: un numero pari, se non maggiore, a quello di tutte le cellule del nostro corpo. È il microbiota intestinale, un vero e proprio organo che con la sua composizione e la sua attività influenza in modo decisivo la salute non solo dell’intestino ma di tutto l’organismo.

In questo articolo scopriamo com’è fatto il microbiota intestinale, la sua composizione, quando può dirsi in salute e quando no, e come fare per mantenere o ripristinare un microbiota sano.

Composizione del microbiota intestinale

L’intestino è formato in realtà da due organi distinti, molto diversi tra loro per anatomia, fisiologia e condizioni ambientali, e di conseguenza anche microbiota: l’intestino tenue e il colon. Il microbiota del colon è quello che conosciamo meglio in quanto più facile da studiare (basta raccogliere un campione di feci e analizzarlo): dunque è di questo che ci occuperemo, e ogni volta che diremo “microbiota intestinale” intenderemo in effetti “microbiota del colon”.

Nel colon il pH è neutro, sia gli acidi gastrici che la bile (entrambi dotati di potenti proprietà antimicrobiche) scarseggiano. Questo fa sì che la concentrazione batterica possa raggiungere i livelli più elevati di tutto il corpo: dai 100 ai 1000 miliardi di batteri per ogni mL di materiale fecale. L’ossigeno è molto scarso, per cui possono prosperare batteri (i cosiddetti anaerobi obbligati) che non sopravvivono al contatto con l’aria. Il transito relativamente lento permette lo sviluppo di specie che crescono lentamente. La maggior parte delle sostanze nutritive sono state assorbite a livello dell’intestino tenue e nel colon restano soprattutto quelle non assorbibili, come le fibre: dunque è soprattutto di fibre che si nutrono i batteri del colon, oltre che del muco che ricopre le pareti intestinali.

Il colon di ciascuno di noi ospita centinaia di differenti specie di batteri. La maggior parte di queste specie appartengono a quattro grandi gruppi che hanno i nomi esotici di:

  • Bacteroidetes
  • Firmicutes
  • Actinobacteria
  • Proteobacteria.

Bacteroidetes e Firmicutes sono di norma i gruppi più abbondanti e insieme formano il grosso del microbiota intestinale, anche se la proporzione tra l’uno e l’altro può variare molto da persona a persona. Quindi uno dei modi più immediati di classificare il microbiota di una persona è calcolare il rapporto tra Firmicutes e Bacteroidetes. Questo rapporto è stato inizialmente proposto come indicatore di obesità (gli individui obesi avrebbero più Firmicutes e/o meno Bacteroidetes di quelli magri), ma attualmente la validità di questo concetto è stata messa in dubbio. Al contrario, si è visto che i soggetti con malattie infiammatorie intestinali ma anche con intestino irritabile hanno un microbiota più povero di Firmicutes rispetto ai soggetti sani.

Entrando più nei dettagli, il gruppo dei Bacteroidetes comprende due principali sottogruppi, Bacteroides e Prevotella, che in genere si escludono a vicenda: se nella composizione del microbiota intestinale i Bacteroides sono abbondanti allora i Prevotella sono scarsi, e viceversa. Possiamo quindi distinguere un microbiota caratterizzato da elevate concentrazioni di Bacteroides e un altro caratterizzato da elevate concentrazioni di Prevotella. Il primo è tipico di persone che vivono nei Paesi industrializzati, in città e/o che hanno un’alimentazione ricca di derivati animali, mentre il secondo è tipico di persone che vivono nei Paesi in via di sviluppo, in zone rurali e/o che hanno una dieta a base vegetale.

Nella composizione del microbiota intestinale spicca poi il gruppo dei Firmicutes, che comprende moltissimi sottogruppi, tra cui i più abbondanti sono Feacalibacterium e Ruminococcus. Sempre ai Firmicutes appartengono batteri molto conosciuti: lattobacilli, streptococchi, stafilococchi, enterococchi, che di norma però formano solo una piccola parte del microbiota. I Firmicutes si associano volentieri sia a Bacteroides che a Prevotella, e difficilmente dominano da soli il microbiota.

Actinobacteria comprende alcuni piccoli sottogruppi, tra cui i bifidobatteri, importanti soprattutto perché dominano il microbiota intestinale nella prima infanzia, mentre in età adulta diventano minoritari. Mentre al gruppo dei Proteobacteria appartengono tutti i principali patogeni opportunisti, cioè batteri che normalmente vivono nel nostro intestino senza creare nessun problema ma in particolari condizioni, ad esempio se aumentano troppo di numero oppure se la mucosa è infiammata, possono diventare dannosi per la salute. Il più noto è senza dubbio Escherichia coli, che da solo costituisce (mediamente) il 2,5% della composizione di tutto il microbiota intestinale.

composizione microbiota intestinale

All’interno di queste linee generali, se entriamo ancor più nei dettagli ci rendiamo conto che il microbiota intestinale di ognuno di noi ha una composizione assolutamente unica. Delle centinaia di specie di batteri che lo compongono ce ne sono forse solo una ventina che ritroviamo più o meno in tutte le persone; se poi invece che di specie parliamo di sottospecie, o ceppi, probabilmente ognuno di noi ha le proprie, diverse da quelle di tutti gli altri. Per non parlare di quanto possono cambiare le proporzioni tra i vari batteri. La composizione del microbiota intestinale è dunque una sorta di impronta digitale.

Eubiosi e disbiosi

Il microbiota intestinale ha un’influenza fondamentale sulla salute non solo dell’intestino ma dell’intero organismo. Se la sua composizione e le sue attività sono equilibrate (si parla di eubiosi), il microbiota intestinale è un formidabile alleato della nostra salute. Al contrario (disbiosi) si trasforma in un fattore capace di aumentare la permeabilità intestinale e alterare l’equilibrio immunitario e metabolico dell’organismo, promuovendo lo sviluppo di patologie di ogni tipo: dalle infezioni al diabete, dalle malattie autoimmuni a quelle neurologiche.

Dal punto di vista della sua composizione, le caratteristiche di un microbiota intestinale in stato di disbiosi sono fondamentalmente tre:

  • riduzione della biodiversità (il numero di specie diminuisce)
  • perdita di specie benefiche
  • crescita eccessiva di patogeni opportunisti.

Ad esempio due batteri che appaiono universalmente benefici sono Akkermansia muciniphila e Faecalibacterium prausnitzii, la cui carenza accomuna il microbiota di chi soffre di morbo di Crohn e colite ulcerosa, obesità, diabete di tipo 2, malattia di Parkinson.

Al contrario una sovracrescita di Escherichia coli e batteri con esso imparentati (ad esempio Klebsiella e Proteus) si osserva in caso – di nuovo – di morbo di Crohn e colite ulcerosa, ma anche cancro del colon, celiachia, obesità. Questi batteri prosperano quando l’intestino è infiammato, e a loro volta esacerbano l’infiammazione e aumentano la permeabilità intestinale.

Come mantenere in equilibrio il microbiota intestinale?

I fattori che più di ogni altro influenzano la composizione del microbiota intestinale sono due: l’alimentazione e i farmaci. Dunque per mantenere uno stato di eubiosi intestinale è fondamentale:

1) Alimentarsi in modo sano ed equilibrato. Evitare i cibi ultraprocessati, consumare zuccheri e grassi con moderazione, abbondare invece con i vegetali (frutta, ortaggi, legumi). E, all’interno di queste semplici regole di base, variare la dieta il più possibile.

2) Utilizzare farmaci sono quando realmente necessario, e per il più breve tempo possibile. I farmaci che hanno il maggiore impatto sulla composizione del microbiota intestinale sono gli antibiotici e gli inibitori di pompa protonica (a volte chiamati anche “protettori gastrici”), ma non sono gli unici. In questo articolo abbiamo parlato in dettaglio dei farmaci che possono creare disbiosi intestinale.

Un grande aiuto per ripristinare e mantenere l’eubiosi intestinale ci viene poi dai probiotici. Questi batteri buoni, oltre ad esercitare direttamente azioni salutari come combattere i patogeni e modulare il sistema immunitario, sono anche in grado di modificare la composizione del microbiota intestinale, favorendo la crescita di altre specie benefiche e la biodiversità.

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