DISMICROBISMO VAGINALE (DISBIOSI VAGINALE): CAUSE E RIMEDI

Da un po’ di tempo hai fastidi intimi, bruciore, prurito, perdite diverse dal solito: il ginecologo ti prescrive un tampone e nell’esito trovi la dicitura “dismicrobismo vaginale”. Ma cosa significa? Perché si sviluppa questo dismicrobismo vaginale? E soprattutto cosa si può fare per rimediare? Ne parliamo in questo articolo.

Il microbiota vaginale

La vagina è popolata da un’abbondante comunità di microrganismi, per la maggior parte batteri, ma anche funghi e virus: il microbiota vaginale.

Il microbiota vaginale ha una caratteristica speciale rispetto a tutte le altre comunità batteriche che risiedono in altri siti dell’organismo (microbiota orale, intestinale, cutaneo…): nella maggior parte dei casi è composto prevalentemente da un unico genere di batteri, i lattobacilli, ed è quindi caratterizzato da una biodiversità molto bassa. I lattobacilli hanno l’importantissima funzione di mantenere acido (su valori inferiori a 4,5) il pH vaginale, e lo fanno producendo acido lattico.

Sebbene siano molte le specie di lattobacilli che possono abitare la vagina, in genere il microbiota vaginale è dominato da una sola di esse, e nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di una di queste quattro:

  • Lactobacillus crispatus
  • Lactobacillus iners
  • Lactobacillus gasseri
  • Lactobacillus jensenii.

Insieme ai lattobacilli, ma in quantità di gran lunga inferiori, nel microbiota vaginale possono essere presenti anche molti altri batteri: ad esempio Gardnerella, Atopobium, Streptococcus, Bifidobacterium, Prevotella e moltissimi altri. Di norma questi batteri sono in concentrazioni molto basse, così basse che il tampone vaginale nemmeno li riscontra, e per individuarli sono necessarie tecniche molto più avanzate. Finché la situazione è questa, va tutto bene. Il microbiota si trova in una condizione di eubiosi.

Il dismicrobismo (o disbiosi) vaginale

Ma se i batteri normalmente minoritari aumentano a scapito dei benefici lattobacilli, se cioè il rapporto tra i diversi componenti del microbiota cambia, si parla di disbiosi o dismicrobismo vaginale.

Questa condizione può accompagnarsi a sintomi vaginali come fastidio, prurito, bruciore, perdite anomale, dolore durante i rapporti sessuali, oppure può essere completamente asintomatica. Tuttavia, anche se non ci sono sintomi, sappiamo che il microbiota vaginale non è ottimale perché la donna corre un maggior rischio di sviluppare tutta una serie di problematiche uroginecologiche, da quelle infettive (infezioni vaginali e urinarie, malattie a trasmissione sessuale) ad altre più insospettabili, come vulvodinia, endometriosi, vescica iperattiva, e, se in gravidanza, parto pretermine e complicanze legate a un’eventuale rottura prematura delle membrane.

Dismicrobismo vaginale e Lactobacillus iners

Sebbene normalmente per dismicrobismo vaginale si intenda una situazione in cui il microbiota vaginale è molto povero di lattobacilli, ci può essere anche una disbiosi più sottile. Infatti non tutti i lattobacilli hanno la stessa capacità di proteggere la salute femminile. Molti studi hanno ormai chiarito che il lattobacillo con le maggiori proprietà protettive è Lactobacillus crispatus: la sua dominanza determina un ambiente vaginale con pH particolarmente acido (<4) e con bassissimi livelli di infiammazione, e i rischi per la salute della donna sono ridotti al minimo, inferiori rispetto a qualsiasi altra dominanza lattobacillare.

Al contrario, quando il microbiota vaginale è dominato da Lactobacillus iners la situazione è intermedia tra un microbiota povero di lattobacilli e uno dominato da Lactobacillus crispatus. L. iners non è in grado di proteggere l’ambiente vaginale dal dismicrobismo né dalle infezioni vaginali, tant’è che elevate concentrazioni di questo lattobacillo si possono riscontrare anche in corso di vaginosi batterica, candidosi, infezione da clamidia o gonorrea. Senza dubbio, dunque, il microbiota dominato da L. iners non rappresenta la condizione ottimale per la donna: possiamo considerarlo una forma di disbiosi vaginale, o comunque una condizione ad alto rischio di dismicrobismo.

dismicrobismo disbiosi vaginale

Disbiosi vaginale, cause e rimedi

Alcuni fattori che possono alterare l’equilibrio del microbiota vaginale causando un dismicrobismo sono:

  • rapporti sessuali, specie se non protetti
  • fumo di sigaretta
  • assunzione di antibiotici
  • utilizzo di lavande vaginali
  • spirale contraccettiva
  • stress psicologico
  • alimentazione troppo ricca di zuccheri e grassi
  • obesità.

Dunque per proteggere il benessere intimo è buona norma anzitutto non fumare, non utilizzare lavande e in generale evitare un’igiene intima eccessiva o troppo aggressiva, seguire una dieta sana ed equilibrata, tenere sotto controllo il peso corporeo e lo stress. Si può valutare di utilizzare il preservativo, che non ha influenza negativa sul microbiota vaginale e anzi riduce al minimo il disturbo causato dai rapporti.

Ma tutto questo potrebbe non essere sufficiente. La strategia migliore per contrastare il dismicrobismo vaginale è apportare dall’esterno i batteri più utili per ripristinare e preservare l’equilibrio del microbiota: occorre cioè assumere i corretti probiotici.

NATURAFLORA LEI contiene i 5 migliori probiotici per contrastare la disbiosi vaginale e tutte le problematiche ad essa associate. Formula unica composta da:

  • Lactobacillus crispatus CNCM I-5095, il miglior ceppo di L. crispatus attualmente in commercio
  • Lactobacillus rhamnosus
  • Lactobacillus reuteri
  • Lactobacillus plantarum
  • Saccharomyces cerevisiae CNCM I-3856.

I probiotici di NATURAFLORA LEI sopravvivono tranquillamente a temperatura ambiente, sono in grado di colonizzare la vagina a seguito di assunzione orale, e la loro capacità di riequilibrare il microbiota vaginale e contrastare le problematiche uroginecologiche è dimostrata da studi scientifici (bibliografia completa a questo link).

NATURAFLORA LEI è utile in caso di candida, vaginosi batterica, qualsiasi tipo di infezione vaginale, lesioni da papillomavirus, durante la gravidanza per proteggere la salute di mamma e bambino, quando devi assumere antibiotici per minimizzare i loro effetti negativi sul microbiota, e più in generale ogni volta che senti la necessità di occuparti del tuo benessere intimo.

NATURAFLORA LEI agisce sull’intero asse intestino-vagina-vescica, ossia riequilibra il microbiota intestinale, vaginale e urinario.

Consigli di assunzione: 1 bustina orosolubile da deglutire bevendo un sorso di acqua, il mattino poco prima di colazione. Per un’integrazione efficace e dai risultati duraturi, si consiglia di assumere il prodotto per 3 mesi consecutivi. In seguito, come eventuale mantenimento, è possibile mantenere l’integrazione per 10 giorni al mese.

Fonti scientifiche

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