LA CEFALEA TENSIVA: SINTOMI, CAUSE E COME AFFRONTARLA

Probabilmente tutte le persone adulte hanno sofferto qualche volta di cefalea tensiva, quella a cui normalmente ci riferiamo quando parliamo di “mal di testa”. Ma se un episodio occasionale non ci preoccupa e non ci spinge nemmeno a consultare il medico, le cose cambiano quando la cefalea diventa frequente o addirittura cronica (i medici la classificano come frequente se si presenta da una a 14 volte al mese, e cronica se più spesso di 14 volte al mese).

Queste forme, come ben sa chiunque ne soffra, hanno un impatto molto gravoso sulla qualità di vita, e spesso costringono a un utilizzo importante di farmaci che poi creano facilmente effetti collaterali in altri sistemi del corpo.

Ma se soffri di cefalea tensiva non devi rassegnarti a convivere con questo disturbo: i trattamenti efficaci esistono!

Come riconoscere la cefalea tensiva

La cefalea tensiva di solito si presenta come un dolore fisso (cioè non pulsante), di tipo costrittivo (ossia una sensazione di pressione, pesantezza), e che interessa tutto il capo, anche se può localizzarsi in un’area più delimitata.

Il dolore di norma non ha un’intensità estrema ma si mantiene da lieve a moderato; tuttavia se non trattato può durare anche 24 ore o più. Semplici movimenti come camminare o salire le scale non lo peggiorano. Altri sintomi come nausea, sensibilità alla luce o ai rumori possono essere presenti nella forma cronica, ma in genere non in quella episodica.

La cefalea tensiva può facilmente essere confusa con una forma leggera di emicrania: abbiamo parlato di come distinguere i due tipi di mal di testa in questo articolo. Si tratta di due disturbi diversi ma che possono presentarsi nella stessa persona, alternati o anche mescolati: anche l’emicrania infatti può avere una componente tensiva.  

Come nasce la cefalea tensiva

Nonostante questo disturbo accompagni l’uomo da sempre, i medici devono ancora chiarire molti dettagli dei meccanismi biologici che portano alla sua comparsa.

Sembra chiaro che il dolore sia collegato a una protratta e involontaria tensione nei muscoli della nuca, della fronte, delle tempie, della mandibola, del collo o delle spalle (la precisa localizzazione della tensione varia da persona a persona).

Studi hanno dimostrato che in chi soffre di cefalea tensiva questi muscoli sono più duri e tesi, presentano un maggior numero di trigger points (ovvero punti contratti e dolenti, che possono anche causare dolore a distanza), e sono maggiormente doloranti alla palpazione – più la cefalea è frequente e intensa, maggiore è la dolorabilità dei muscoli. Inoltre è stato calcolato che il 90% dei pazienti con cefalea tensiva soffrano anche di dolore al collo, e l’80% di dolore lombare: a dimostrazione della stretta correlazione tra mal di testa e dolore muscolare.

cefalea tensiva

L’eccessiva contrazione dei muscoli può essere a sua volta dovuta a diverse cause, magari sovrapposte:

  • stress, ansia, tensioni emotive: causano direttamente un aumento della tensione muscolare, e inoltre influenzano la postura (vedi sotto)

  • posture scorrette (le più comuni: spalle chiuse e testa in avanti, tipiche di quando stiamo al computer o allo smartphone. Ma anche l’ansia e la depressione ci portano a chiudere le spalle)

  • movimenti ripetitivi, ad esempio per lavoro, che vanno a stressare un muscolo specifico

  • al contrario, mancanza di attività fisica: per mantenersi sciolti i muscoli devono essere utilizzati

  • bruxismo (lo stringere e digrignare i denti).

Meno chiaro è in che modo la tensione muscolare determini il mal di testa, anche perché questo non si verifica in tutte le persone allo stesso modo. Sembra che in chi soffre di cefalea i recettori per il dolore situati nei muscoli abbiano un funzionamento per certi versi anomalo, venendo impropriamente stimolati dalla contrazione muscolare.

Gli scienziati inoltre pensano che ci siano importanti differenze tra la cefalea episodica e quella cronica. La cefalea tensiva cronica si sviluppa da quella episodica con un graduale aumento della frequenza e dell’intensità degli attacchi, e questo sembra dovuto ad una progressiva sensibilizzazione delle vie del dolore. In termini semplici, per colpa degli stimoli dolorosi ripetuti provenienti dalla muscolatura cronicamente contratta, il cervello diventa sempre più sensibile al dolore, di modo che bastano stimoli via via sempre più leggeri per evocarlo.

Trattamento farmacologico

Per risolvere un attacco acuto di cefalea è spesso necessario ricorrere ad un analgesico. I risultati degli studi scientifici indicano che aspirina e ketoprofene sono quelli più spesso efficaci; ibuprofene e paracetamolo hanno un’efficacia molto inferiore, ma ciò non toglie che possano essere utili nel tuo caso specifico.

L’uso di questi farmaci è accettabile quando il mal di testa è sporadico, ma se la cefalea diventa frequente non la si può affrontare (solo) in questo modo. I farmaci analgesici, infatti, hanno molti effetti collaterali, tra cui anche quello paradossale di peggiorare il mal di testa stesso! Esiste infatti una forma di cefalea che è dovuta proprio all’abuso di farmaci, spesso assunti precisamente per curare episodi di mal di testa sempre più frequenti. Attenzione quindi a non utilizzare analgesici più di due volte alla settimana: se soffri spesso di cefalea, è indispensabile adottare un approccio preventivo.

Farmaci utilizzati per la prevenzione della cefalea tensiva sono amitriptilina (es. Laroxyl), mirtazapina (es. Remeron) e venlafaxina (es. Efexor). Si tratta di antidepressivi, che in questo caso non vengono impiegati per migliorare il tono dell’umore ma per la loro influenza sui meccanismi della cefalea a livello cerebrale. Da dire che questi farmaci sono efficaci, al più, in un terzo dei casi, e spesso i loro effetti collaterali si fanno sentire.

Prevenzione della cefalea tensiva: approcci non farmacologici

La buona notizia è che esistono molte alternative non farmacologiche per prevenire la cefalea tensiva. Il consiglio è quello di prendere informazioni e sperimentare finché non trovi quella che fa al caso tuo, anche combinando più tipi di trattamento.

Ecco una lista degli approcci più efficaci:

  • Rimedi naturali. Molti studi suggeriscono che il mal di testa è spesso collegato a una carenza di magnesio. L’integrazione quotidiana di questo minerale si è dimostrata efficace per ridurre la frequenza della cefalea.

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  • Tecniche di rilassamento e gestione dello stress.

  • Fisioterapia: tecniche di massaggio e manipolazione e un programma di esercizi mirato aiutano a ridurre le tensioni muscolari e a migliorare la postura.

  • Biofeedback. È un metodo in cui, con l’aiuto di elettrodi applicati sulla cute, la persona impara a riconoscere e rilasciare la tensione muscolare.

  • Agopuntura.

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