DISTURBI FUNZIONALI, IL RUOLO DELLO STRESS

Molti dei disturbi di salute che ci affliggono sono di natura funzionale. Ma cosa significa disturbi funzionali, e quale ruolo gioca lo stress nel loro sviluppo? Ne parliamo in questo articolo.

Cosa sono i disturbi funzionali? Vengono chiamati in questo modo i disturbi di salute che non sono dovuti a danni strutturali degli organi (come, per esempio, un’ulcera peptica, un’artrosi o la sclerosi multipla) bensì ad alterazioni del normale funzionamento del corpo. Per spiegarci meglio: se il nostro organismo fosse un computer, i disturbi funzionali consisterebbero in un malfunzionamento del software ma senza nessun danno all’hardware, come ad esempio una tastiera difettosa non perché sia rotta, ma perché il suo driver non funziona bene.

Spesso queste alterazioni sono così sottili da non essere rilevate dagli esami di routine, e forse da nessuno degli esami attualmente disponibili, e allora il medico dice che “è tutto a posto”. Inutile dire che i disturbi, però, ci sono ugualmente.

I disturbi funzionali possono formare un insieme ben determinato di sintomi: si parla allora di sindrome funzionale. Ne sono state classificate tantissime, alcune molto diffuse, altre meno. Possiamo ricordare:

  • Intestino irritabile
  • Dispepsia funzionale
  • Fibromialgia
  • Sindrome da fatica cronica
  • Disfunzione temporo-mandibolare
  • Sensibilità chimica multipla.

Ma possono anche essere presenti sintomi “sparsi”, che non corrispondono a nessuna sindrome ben determinata. In inglese si chiamano medically unexplained symptoms, che potremmo tradurre con “sintomi che non si riescono a spiegare da un punto di vista medico”, mentre qui da noi a volte si parla di “sintomi vaghi e aspecifici”.

Questi sintomi possono essere praticamente di qualsiasi tipo. Tra i più comuni citiamo:

  • stanchezza eccessiva
  • difficoltà di memoria e/o concentrazione
  • vertigini
  • mal di testa
  • dolori muscolari o articolari
  • formicolii
  • diarrea o stitichezza
  • dolore addominale
  • sensazione di gonfiore addominale
  • nausea
  • bruciore di stomaco
  • palpitazioni/tachicardia
  • dolori al petto
  • sudorazioni immotivate
  • bocca secca
  • difficoltà a respirare
  • disturbi del sonno
  • reazioni simil-allergiche.

Naturalmente non è detto che questi disturbi non si riescano a spiegare da un punto di vista medico: a volte sono sintomi di patologie vere e proprie, e questo è il motivo per cui è sempre bene rivolgersi al medico. Ma una volta che il medico ha pronunciato il fatidico “è tutto a posto”? In molti casi, la colpa dei disturbi funzionali può essere dello stress.

Il sistema dello stress

Il nostro organismo è costantemente impegnato a mantenere la propria omeostasi, cioè stabilità, in un ambiente che cambia di continuo. Di fronte a eventi che lo minacciano in modo importante, o che sono percepiti tali (i cosiddetti stressors), il corpo attiva il sistema dello stress, che ha l’obiettivo di metterlo nelle condizioni migliori per far fronte alla minaccia.

Gli stressors possono essere i più disparati – da quelli puramente fisici come fame, sete, infortuni, temperature estreme, a quelli psicologici come cambiamenti importanti, preoccupazioni, carico eccessivo di impegni – ma la risposta dell’organismo è sempre la stessa:

1) si attiva il ramo ortosimpatico del sistema nervoso autonomo, che produce gli ormoni adrenalina, noradrenalina e CRH

2) il ramo parasimpatico del sistema nervoso autonomo (nervo vago) al contrario si disattiva

3) si attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, con la produzione dell’ormone cortisolo.

disturbi funzionali stress

Gli effetti interessano virtualmente ogni singola funzione dell’organismo. Basti pensare che il cortisolo, da solo, influenza l’attivazione del 20% dei nostri geni! Ecco alcune delle cose che succedono:

  • A livello cognitivo ed emotivo aumentano l’attenzione e la vigilanza, vengono stimolate emozioni di paura/ansia e rabbia/aggressività, si tende a cercare gratificazioni (ad es. comfort food, fumo, alcol).

  • Il sonno, le funzioni riproduttive e la digestione sono inibiti.

  • Aumentano la frequenza cardiaca e respiratoria e la pressione arteriosa.

  • Aumenta la glicemia.

  • Il sistema immunitario viene influenzato in modo molto complesso. Possono accadere diverse cose: ridursi la protezione contro le infezioni, verificarsi episodi allergici, aumentare lo stato infiammatorio dell’organismo. L’infiammazione, a sua volta, può interessare anche il cervello provocando un insieme di sintomi come spossatezza, sonnolenza, nausea e umore depresso.

Disturbi funzionali e alterazioni del sistema dello stress

Anche se nell’accezione comune il termine stress ha una valenza negativa, è importante comprendere che il sistema dello stress non provoca soltanto gli effetti spiacevoli a cui pensiamo quando diciamo “sono stressato”. Anzi in condizioni normali ci mette in quel piacevole stato di attivazione, energia e concentrazione necessario per portare a termine i compiti quotidiani. Ha infatti un’attività di base che segue un ritmo circadiano (attivo durante il giorno, specialmente al mattino, e inattivo durante la notte). Inoltre al bisogno, in presenza di stressors, risponde attivandosi a livelli superiori rispetto a quelli basali.

Per la nostra salute e il nostro benessere è essenziale che siano adeguate sia la normale attività quotidiana del sistema dello stress, sia la sua risposta a situazioni stressanti. E che entrambe non siano né eccessive né carenti.

Una delle disfunzioni che si presentano più di frequente è una eccessiva attivazione del sistema dello stress. Questo capita tipicamente quando le situazioni stressanti sono troppo intense ma soprattutto quando si prolungano troppo nel tempo. Cosa significhi “troppo” è altamente soggettivo. La sensibilità del sistema dello stress, infatti, cambia molto da persona a persona: si può essere così sensibili da vivere costantemente in uno stato di allarme, anche se visto da fuori c’è poco che lo giustifichi.

Molti dei sintomi e dei disturbi funzionali che abbiamo citato all’inizio possono riflettere l’azione degli ormoni dello stress o l’attivazione del sistema ortosimpatico/disattivazione del parasimpatico che accompagna la risposta di stress: ad esempio tensioni muscolari, disturbi gastrointestinali, disturbi del sonno, tachicardia, sudorazioni e bocca secca (questi ultimi due sono segni di attivazione ortosimpatica), reazioni di tipo allergico. Possiamo quindi tranquillamente considerarli sintomi da stress. Parlando di sindromi vere e proprie, nei pazienti con intestino irritabile si è osservata una iperattività del sistema dello stress sia di base che in risposta a eventi stressanti.

Ma nemmeno una ipoattività del sistema dello stress è funzionale al benessere. Ad esempio per quanto riguarda memoria e funzioni cognitive si è osservato che sia livelli troppo alti che troppo bassi di cortisolo hanno simili effetti negativi. Livelli estremamente bassi di cortisolo creano vere e proprie malattie (malattia di Addison), ma anche nei soggetti sani si è visto che se il cortisolo è basso si possono verificare disturbi come spossatezza e affaticamento (il cortisolo ha un’azione energizzante), dolori muscoloscheletrici (perché viene a mancare l’effetto antinfiammatorio del cortisolo). Bassi livelli di cortisolo caratterizzano la fibromialgia e la sindrome da stanchezza cronica.

Da cosa dipenda questo deficit di cortisolo non è ancora chiaro, ma potrebbe trattarsi di una reazione a una precedente iperattivazione del sistema dello stress: quando lo stress diventa davvero troppo, il corpo si difende “spegnendo” la risposta di stress.

Stress, un aiuto dalla fitoterapia

Le piante adattogene ci aiutano a far fronte allo stress e a riequilibrare l’organismo in presenza di stress.

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Fonti scientifiche:

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