Ha rivoluzionato il modo di vivere degli esseri umani, sotto molti aspetti per il meglio. Però la luce artificiale può avere anche effetti negativi, soprattutto sulle persone particolarmente sensibili.
Gli esseri umani si sono evoluti in un ambiente in cui erano presenti solo sorgenti luminose molto brillanti (il sole) o molto deboli (la luna e il fuoco). Hanno vissuto in questo modo sostanzialmente fino all’introduzione dell’illuminazione elettrica, all’inizio dell’800. Poi tutto è cambiato.
Oggi grazie alla luce artificiale passiamo la maggior parte della giornata, sia prima che dopo il tramonto, con livelli intermedi di illuminazione. Quali effetti ha tutto questo sulla salute?
La luce fa molto di più che permetterci di vedere. Come abbiamo descritto approfonditamente in questo articolo, è il segnale fondamentale che regola i nostri ritmi circadiani, cioè le variazioni periodiche a cui le funzioni del corpo vanno incontro durante le 24 ore. Primo fra tutti il ciclo sonno/veglia.
Se le cose vanno secondo quanto programmato dall’evoluzione, circa tre ore prima che ci addormentiamo la nostra epifisi (o ghiandola pineale) inizia a secernere melatonina, l’ormone che segnala all’intero organismo che è notte e dunque bisogna dormire. Ma la produzione di melatonina può avvenire solo se è sufficientemente buio. Esporsi a una luce eccessiva nelle ore serali riduce la produzione di melatonina e sposta all’indietro le lancette del nostro orologio interno (il corpo pensa che sia più presto di quanto non sia), sconvolgendo i ritmi circadiani e disturbando il sonno. Con enormi conseguenze sulla salute, dal momento che l’alterazione circadiana e la carenza di sonno influenzano praticamente tutti i sistemi del corpo e aumentano il rischio di sviluppare gravi malattie come diabete, infarto, ictus, cancro, depressione (per approfondire leggi qui).
Ma quanto dev’essere intensa la luce artificiale per avere effetti negativi sulla salute?
Nuovo studio quantifica gli effetti della luce artificiale sul ritmo circadiano
Dipende. Le persone non hanno tutte la stessa sensibilità agli effetti della luce artificiale: anzi ci sono differenze enormi, e per qualcuno la più tenue luce da lettura è sufficiente a causare parecchio scompiglio nell’orologio interno.
È quanto emerge da un importante studio condotto di recente alla Monash University di Melbourne. I ricercatori hanno preso 55 volontari, giovani (18-30 anni) e sani, e per quattro ore prima di andare a dormire li hanno esposti a illuminazione di diverse intensità. Hanno poi misurato i loro livelli di melatonina, rispetto a quelli prodotti in condizioni di buio quasi completo.
I risultati sono davvero sorprendenti. In media, 25 lux di illuminazione (luce fioca: normalmente l’illuminazione domestica va dai 100 ai 200 lux) riducono della metà la produzione di melatonina e spostano all’indietro di circa un’ora le lancette dell’orologio interno. Il che significa che faremo più fatica ad addormentarci e avremo un sonno più disturbato. Mediamente quindi la normale luminosità domestica serale è più che abbastanza per alterare in modo significativo i ritmi circadiani, e questa è la prima informazione importante.
Ma andando a osservare i dati relativi a ogni singola persona, si scopre che la sensibilità individuale alla luce varia di oltre 50 volte! La persona più sensibile tra quelle studiate ha un dimezzamento della melatonina con soli 6 lux, quelli di una fioca luce da lettura; mentre per la persona meno sensibile sono necessari 350 lux, quelli presenti in un ufficio ben illuminato.
Questo risultato è estremamente interessante, e potrebbe spiegare perché alcune persone (quelle più sensibili) sono maggiormente soggette a disturbi del sonno e dell’umore, e altre (quelle meno sensibili) faticano di più a adattarsi ai turni di notte o ai cambiamenti di fuso orario. Per molti di noi, comunque, potrebbe essere utile rivedere l’illuminazione serale della nostra casa!
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Fonti scientifiche:
Phillips, A. J., Vidafar, P., Burns, A. C., McGlashan, E. M., Anderson, C., Rajaratnam, S. M., … & Cain, S. W. (2019). High sensitivity and interindividual variability in the response of the human circadian system to evening light. Proceedings of the National Academy of Sciences, 116(24), 12019-12024. https://doi.org/10.1073/pnas.1901824116
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