QUALE DIETA PER UN MICROBIOTA INTESTINALE SANO?

In che modo la dieta influenza il microbiota intestinale, e come alimentarsi per avere un microbiota sano.

Il microbiota intestinale influenza in modo determinante il benessere non solo dell’intestino ma dell’intero organismo. Quando la sua composizione e le sue attività sono equilibrate (quando si trova cioè in uno stato di eubiosi), è un formidabile alleato della nostra salute; al contrario (disbiosi) si trasforma in un fattore capace di promuovere patologie di ogni tipo, dalle infezioni al diabete, dalle malattie autoimmuni a quelle neurologiche.

E il fattore che influenza più profondamente il microbiota intestinale è, insieme ai farmaci antibiotici, la dieta. I batteri dell’intestino infatti si cibano per lo più degli scarti della nostra dieta: quegli elementi che noi non utilizziamo, vuoi perché non digeribili (ad esempio le fibre), vuoi perché, per un qualsiasi motivo, non sono stati assorbiti (ad esempio il lattosio nel caso delle persone intolleranti, ma anche qualsiasi alimento ingerito in quantità eccessiva, che supera le nostre possibilità di digestione e assorbimento). E teniamo presente che, anche nel caso di alimenti teoricamente digeribili e assorbibili, in pratica non assorbiamo mai il 100% di quello che ingeriamo: una certa parte diventa inevitabilmente cibo per il nostro microbiota.

Quello che mangiamo determina dunque le fonti nutritive a disposizione del microbiota, e questo ha alcune conseguenze importanti. Anzitutto vengono favorite le specie batteriche in grado di utilizzare i nutrienti presenti, a discapito di quelle che si nutrono d’altro. Proprio come in un ambiente naturale il tipo di specie animali presenti dipende (anche) dalla disponibilità di certe fonti di nutrimento piuttosto che altre. Per esempio se abbiamo una dieta a base vegetale il nostro microbiota intestinale sarà più ricco di batteri che si nutrono di fibre; se consumiamo molti cibi di origine animale sarà più ricco di batteri in grado di metabolizzare proteine e grassi.

Il tipo di dieta influenza la composizione del microbiota anche modificando l’ambiente intestinale. Ad esempio un’alimentazione ricca di grassi comporta una maggiore escrezione di bile, necessaria per digerirli. Ma la bile è una sostanza dall’azione antibatterica, dannosa per molti batteri, e quindi verranno favoriti quelli maggiormente in grado di tollerarla.

Un punto di importanza fondamentale è poi che la dieta influenza non solo la composizione del microbiota intestinale ma anche le sostanze da esso prodotte. I batteri infatti producono metaboliti differenti a seconda delle molecole di partenza che hanno a disposizione: ad esempio la fermentazione delle fibre genera sostanze molto diverse (e che impattano la nostra salute in modo molto diverso) rispetto alla fermentazione delle proteine.

Vediamo allora qual è l’effetto sul microbiota intestinale (e sulla nostra salute) di alcuni componenti della dieta.

Fibre

Il metabolismo dei batteri del colon si basa sulla fermentazione delle fibre. Dalla digestione e dalla trasformazione delle fibre i batteri ricavano principalmente acidi grassi a catena corta: i livelli di questi metaboliti dipendono dalla quantità di frutta, ortaggi e legumi che consumiamo. E gli acidi grassi a catena corta hanno una lunga serie di proprietà salutari. Contribuiscono a mantenere una corretta permeabilità intestinale, con tutte le conseguenze positive che questo comporta (leggi QUI per approfondire). Contrastano l’infiammazione sia localmente a livello intestinale che in generale nell’intero organismo. Sono importanti persino per il buon funzionamento del sistema nervoso!

Ma, posto che le fibre sono un elemento fondamentale per sostentare il microbiota intestinale, cosa succede se la dieta ne è priva? I batteri si procureranno il nutrimento di cui hanno bisogno degradando il muco che ricopre le pareti intestinali e che è ricco di zuccheri complessi. In questo modo lo strato di muco si assottiglierà e la mucosa intestinale sarà maggiormente esposta all’aggressione di batteri potenzialmente patogeni. Quindi se non consumiamo fibre a sufficienza non solo ci priviamo degli effetti benefici degli acidi grassi a catena corta, ma mettiamo anche direttamente a repentaglio la salute intestinale.

microbiota intestinale dieta

Proteine

Le proteine, in quanto fonti di azoto, sono anch’esse nutrienti indispensabili per il microbiota intestinale. Poiché di norma la maggior parte delle proteine alimentari viene assorbita a livello dell’intestino tenue, la disponibilità di azoto nel colon è relativamente bassa e questo limita la crescita dei batteri intestinali. Un maggior consumo di proteine (e quindi una maggior quantità di azoto disponibile per il microbiota) fa aumentare il numero di batteri nell’intestino, ma è stato osservato che ne riduce la biodiversità. E questo è un segnale di disbiosi.

La fermentazione delle proteine può produrre, anche a seconda della composizione del microbiota, una grande varietà di metaboliti. Tra questi figurano tra l’altro i benefici acidi grassi a catena corta, anche se la loro sintesi a partire dalle proteine è meno efficiente rispetto alle fibre. Altri metaboliti delle proteine però, come ammoniaca, fenolo e imidazolo propionato, sono dannosi per la salute, soprattutto se prodotti in grandi quantità: i primi due possono aumentare la permeabilità intestinale, mentre l’imidazolo propionato può indurre insulino-resistenza. Altri ancora (es. indolo, acido solfidrico) hanno funzioni positive quando sono presenti in piccole concentrazioni, ma diventano dannosi se prodotti in eccesso.

Alimenti animali in genere

Oltre alle proteine gli alimenti di origine animale (fatta eccezione per pesce e crostacei) sono ricchi di grassi saturi, il cui consumo elevato può creare disbiosi intestinale.

Una ulteriore criticità dei cibi animali è il fatto che tendono ad accrescere i livelli di trimetilammina-N-ossido (TMAO in breve), una sostanza che ha effetti negativi sulla salute del cuore e dei vasi sanguigni e aumenta il rischio di infarto e ictus. Carni rosse, uova, latticini e anche pesce sono infatti ricchi di sostanze (es. L-carnitina, colina, betaina) che alcuni batteri intestinali possono trasformare in trimetilammina; la trimetilammina viene poi assorbita e arriva al fegato, dove può essere a sua volta trasformata in TMAO.

Alimenti ultra-processati

Gli alimenti ultra-processati sono caratterizzati dalla forte presenza di zuccheri semplici, grassi, sale e vari tipi di additivi. È ormai ben dimostrato che il loro consumo abituale aumenta il rischio di sviluppare obesità, diabete, malattie cardiocircolatorie e neurodegenerative, tumori.

A livello del microbiota intestinale, un eccesso di zuccheri semplici nella dieta può favorire la crescita di batteri potenzialmente patogeni come Escherichia coli, ridurre la produzione di acidi grassi a catena corta, aumentare la permeabilità dell’intestino e il grado di infiammazione sia intestinale che generalizzata. Studi preliminari indicano inoltre che diversi additivi alimentari contribuiscono anch’essi ad alterare la composizione del microbiota creando disbiosi.

In pratica: le linee guida per una dieta amica del microbiota intestinale

A questo punto dovrebbe essere chiaro come orientarci per costruire una dieta che mantenga sano il nostro microbiota intestinale:

  • Le fibre sono l’elemento essenziale per la salute del microbiota. Via libera quindi a frutta e verdura e legumi: il loro consumo non è mai troppo! Per quanto riguarda farine e cereali, meglio scegliere quelli integrali. Ed è buona norma variare il più possibile, in modo da stimolare anche nel microbiota una simile varietà, che è sinonimo di eubiosi. NB: Oltre alle fibre, gli alimenti vegetali integrali sono ricchi di vitamine, minerali e sostanze antiossidanti, tutti elementi importantissimi per la nostra salute.

  • Gli alimenti di origine animale non devono necessariamente essere esclusi da una dieta sana, ma è bene consumarli con moderazione, per evitare un eccesso di proteine (indispensabili, ma che possono diventare problematiche se troppe), grassi saturi e TMAO. Tra i cibi animali quello da preferire è il pesce: non contiene infatti grassi saturi bensì i benefici omega 3.

  • Zuccheri semplici e cibi ultra-processati sono da limitare il più possibile. Sono alimenti di cui il nostro corpo non ha bisogno, e creano solo problemi. Una dieta semplice e naturale è la scelta migliore per il nostro microbiota intestinale!

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Fonti scientifiche

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Desai, M. S., Seekatz, A. M., Koropatkin, N. M., Kamada, N., Hickey, C. A., Wolter, M., … & Martens, E. C. (2016). A dietary fiber-deprived gut microbiota degrades the colonic mucus barrier and enhances pathogen susceptibility. Cell167(5), 1339-1353. https://doi.org/10.1016/j.cell.2016.10.043

Bartlett, A., & Kleiner, M. (2022). Dietary protein and the intestinal microbiota: An understudied relationship. Iscience25(11). https://doi.org/10.1016/j.isci.2022.105313

Zhang, Y., Wang, Y., Ke, B., & Du, J. (2021). TMAO: how gut microbiota contributes to heart failure. Translational Research228, 109-125. https://doi.org/10.1016/j.trsl.2020.08.007

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